Riccardo Sogliano, in uno dei suoi viaggi nella terra albiceleste, scoprì un ragazzino dal talento straordinario, tale Hernan Crespo. Durante una partita nella nazionale giovanile argentina, lo rapì letteralmente e lo fece conoscere all’Italia. Sia santo subito, Riccardo Sogliano. Il ragazzo sfondò, prima al Parma, poi alla Lazio, poi Chelsea, Inter e Milan, Genoa e Parma ancora. Attaccante completo, segnava in tutti i modi, innamorato del nostro paese, e innamorato del calcio.
Mercoledì è salito in cattedra all’Università Cattolica di Milano per raccontarci il suo mondo, da calciatore prima e da commentatore per Fox Sport adesso. Noi c’eravamo, e siamo rimasti incantati ad ascoltarlo. Tanto bravo a giocare, quanto piacevole da ascoltare.
Il mondo dello sport, del calcio in particolare, ha un bisogno disperato di uomini come lui, la personalità forte di chi ha lasciato da giovane il suo paese per inseguire un sogno, e non rimpiange nemmeno un centimetro percorso.
Vive il calcio, lo commenta in tv perché non ci sa stare lontano, ma ben comprende il momento di difficoltà che il movimento italiano sta vivendo. La sua ricetta è semplice, i presidenti facciano i presidenti, i dirigenti non facciano i tifosi, ma soprattutto i tifosi non facciano i dirigenti. Quando ci sarà rispetto dei ruoli, avremo uno sport migliore. E basta con questa esasperazione, basta idolatrare i calciatori, accalcarsi dietro un cancello per un autografo, basta ricondurre ogni discorso ai soldi.
Quando piangi, cosa piangi a fare se guadagni milioni? Quando ridi, cosa ridi a fare se guadagni milioni? Dimmi quanto guadagni, e ti dirò se puoi provare emozioni. Hernan ci confida anche il piacere, dopo anni di partite alla domenica e ritiri, di poter festeggiare i compleanni dei figli, di potersi sedere comodamente a tavola in giorno di Pasqua.
Difficile non restare a bocca aperta ad ascoltarlo, così come non potevi non alzarti in piedi dopo quel gol alla Juve con il Parma in 9, o dopo quella doppietta in finale ad Istanbul con la maglia del Milan. Un campione dentro e fuori dal campo, che ha avuto la fortuna di essere allenato da Mourinho ed Ancelotti, che ricorda come i migliori in assoluto.
Ora Hernan vive a Parma, dove ha terminato la sua carriera da calciatore, e commenta Premier e Liga per Fox Sport. Il suo è stato un viaggio lungo, dall’Argentina all’Italia, poi l’Inghilterra. Un esempio di professionalità, merce rara nei giovani d’oggi, a cui manca spesso una delle tre componenti chiave per diventare campioni: gambe, testa e cuore. Chi ha solo gambe non ha cuore, non ha testa. Ma senza una delle tre cose si va poco lontano. Se hai un sogno devi inseguirlo, se hai un talento devi coltivarlo, con testa gambe e cuore, senza paura.
Può anche essere che tu calciatore, all’aumento della popolarità non cambi, ma è automaticamente il mondo intorno a te a cambiare. Non sei più uno qualsiasi, non passi più inosservato, e devi conviverci, che ti piaccia o meno.
Non si può non dire grazie a Riccardo Sogliano, per aver scoperto prima che un calciatore, un grande uomo, un argentino che ama l’Italia, tanto da rifiutare un rinnovo faraonico di Abramovich, pur di tornare qui da noi.
Come sul campo, in cattedra ha dato lezioni di calcio e vita a tutti i presenti. Non toccategli l’Argentina, l’Italia e il calcio, altrimenti s’arrabbia.
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