Il cantante querela Bossi per il dito medio al tricolore

VARESE Il fattaccio, come l’ha bollato il musicista Alessandro Pelagalli, è avvenuto domenica alla Festa della Lega di Besozzo. Bossi sale sul palco mentre lui sta ancora suonando e proprio nei momenti in cui intona «L’Italia, il tricolore, la nostra bandiera». Come si vede dalle foto, alza anche il braccio verso Bossi. Il quale risponde con il dito medio. Sembrava solo un siparietto simpatico. Invece, oggi, il musicista, leccese di origine e milanese di adozione, vuole querelare il Senatùr.

E forse non solo lui, dal momento che il senatore Fabio Rizzi, che era sul palco accanto al Senatùr, dice che «probabilmente sembra che debba arrivare questa querela anche a noi che eravamo con Bossi, ovvero, oltre a me, il ministro Roberto Calderoli e il consigliere regionale Giangiacomo Longoni». Se la querela sia solo a Bossi o meno, non è stato ancora chiarito.

In ogni caso, è il Senatùr il vero bersaglio del musicista, che si dice offeso come italiano. «Non è certo colpa mia se hanno scelto proprio la canzone Bianco, rosso e verde, che avevo inserito in scaletta per celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia, per fare il loro ingresso – racconta alla stampa – con le loro reazioni mi hanno offeso come cittadino italiano e anche come professionista». Ma Pelagalli sostiene che, in realtà, al pubblico le canzoni melodiche italiane erano piaciute.

«Poco dopo il fattaccio, una signora mi ha chiesto una tarantella. A quel punto, per evitare di creare problemi, ho chiesto quanti meridionali erano presenti. Ed i tre quarti del pubblico ha alzato la mano». Perché di solito «quando vado alle feste padane cerco di evitare canzoni che possano urtare».

In ogni caso, quel dito non gli è andato giù. Anche perché, accanto alla reazione di Bossi, c’è stata quella degli altri leghisti sul palco (Calderoli, Rizzi e Longoni), i quali hanno dato man forte al Senatùr con un «ooohhhhhh» di disapprovazione.

«Personalmente – dice Rizzi – mi sento onorato della querela annunciata dallo strimpellatore. Il dito medio non era certo rivolto a lui, ma al solito concetto di bandiera, che siamo pronti a riconoscere solo dopo i riconoscimenti delle nostre bandiere nazionali. Prendo atto della pretestuosità del gesto della querela, goffa espressione di una evidente Sindrome da Risarcimento…». Più che di Risorgimento, è la battuta di Rizzi.

E dopo la querela, che è stato depositata, come ha detto il cantante, a Bareggio, paese dove risiede, si apre anche un giallo. In un’intervista a Repubblica il cantante ha dichiarato di essere già scritturato che una festa della Lega, quella di Azzate, in provincia di Varese, per il 3 e 7 agosto. «Mi presenterò comunque, anche se adesso ho un po’ paura che qualcuno possa riconoscermi. Magari proprio Bossi». Contattato, il responsabile dell’organizzazione della festa, l’ex sindaco di Buguggiate Alessandro Vedani, nega di esserne al corrente. «A parte il fatto – commenta Vedani – che la nostra festa, quella di Buguggiate ed Azzate, si svolge a inizio settembre e non ad agosto, smentisco qualunque ingaggio. Noi ci affidiamo sempre alla solita orchestra. O si tratta di un errore, o forse sta solo cercando di farsi pubblicità».

Marco Tavazzi

e.marletta

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