La sconfitta subita contro la Dinamo Sassari brucia e lascia il segno. Il giorno dopo, il primo di due settimane di palestra senza sfogo sul campo, il capitano Giancarlo Ferrero lo ha trascorso davanti ai microfoni del Social Show di Eurosport al Mind the Gap di Milano, cercando di sdrammatizzare e di smussare gli angoli di una domenica che gli ha tolto il sonno.
All’alba della prima pausa del campionato c’è però materiale sufficiente per fare un primo piccolo bilancio della stagione appena cominciata, partendo inevitabilmente dalla debacle contro la Dinamo di Pasquini: «Mi spiace molto per il modo in cui abbiamo giocato, perché c’era un palazzetto bello carico, con più gente del solito. Avevamo preparato molto bene la partita in settimana, ci è mancata l’energia, che è la base di ogni nostro risultato. Non possiamo iniziare subendo 27 punti nel solo primo quarto, dobbiamo partire dalla difesa cercando poi di correre a tutto campo. C’è stata una buona reazione nel secondo quarto, non sufficiente però a passare avanti. Poi bisogna dar merito anche a loro, che erano in un momento complesso e hanno trovato canestri difficili. Però se una squadra ci deve battere deve dimostrare di essere più forte di noi, non possiamo togliercelo dalla testa, quindi dobbiamo rimetterci subito a lavorare».
L’analisi della sconfitta continua su aspetti più tecnici: «Ci è mancata fluidità in attacco, ci sono stati momenti in cui non riuscivamo ad eseguire e ci mancava il nostro ritmo. Lavoriamo sempre per creare tiri aperti, se pensiamo di risolverla nell’uno contro uno diventa dura». Di Cameron Wells, di cui si è parlato anche durante l’intervista con Eurosport, capitan Ferrero parla così: «Non penso di essere io a dover dare valutazioni su un compagno, posso però
raccontarvi ciò che vedo, ossia un ragazzo molto serio, che si sbatte in allenamento e che è importante per noi, avendo in mano molti palloni. Ma in una partita come ieri il problema tecnico è secondario. C’era energia nello spogliatoio prima del match, poi quando siamo scesi in campo abbiamo preso subito due pugni e ci abbiamo messo un bel po’ prima di reagire, e senza mai farlo del tutto. Non è una questione di un singolo o dell’altro: quando si perde ciascuno ha una parte di colpa». Alla prima pausa, come dicevamo in apertura, è tempo di un bilancio iniziale dell’annata: «La società ad inizio anno è stata molto chiara, l’obiettivo è quello di salvarsi. Dopo aver vinto con Trento ho sentito parlare di playoff, ma ripeto, dobbiamo pensare a salvarci. Poi è chiaro che chi tifa e chi scende in campo spera sempre di arrivare più in alto possibile, ma il nostro approccio ed il nostro modo di giocare non devono cambiare assolutamente. Solo così, con l’idea di lottare con il coltello tra i denti su ogni pallone, possiamo permetterci magari di raggiungere altri obiettivi. Non possiamo pensare ad altro, dobbiamo essere questa squadra, che se qualcuno la batte è solo perché dimostra sul campo di essere più bravo. In generale penso che l’inizio sia stato buono, se avessimo due punti in più non avremmo rubato niente. Ma non li abbiamo, quindi bisogna lavorare per riprendere subito alla grande contro Pesaro».
La pausa può servire a ricaricare le batterie? «Con il coach sicuramente il lavoro in palestra non può mancare, lavoriamo bene e siamo una squadra migliorata rispetto all’inizio della stagione. Dobbiamo continuare su questa strada, con questa identità e riprenderci da questa brutta prestazione».
Ultima postilla: Ferrero sperava in una convocazione in nazionale? «È il sogno di tutti, però per indole mi concentro sulle cose che posso controllare ed una chiamata in nazionale dipende da molti fattori. Non mi ha toccato la mancata convocazione, perché sento una grossa responsabilità qui a Varese da capitano ed il mio obiettivo è fare bene qui».