VARESE – Oltre 9 mila detenuti in più rispetto alla capienza effettiva delle carceri. Nel suo XIX rapporto sulla detenzione, intitolato “E’ vietata la tortura” e presentato in una conferenza stampa, l’associazione Antigone richiama l’attenzione sul sovraffollamento “crescente” dei penitenziari, il cui tasso medio effettivo è del 119%, il che significa che per circa il 20% dei detenuti vi è una sistemazione precaria. Un dato corretto al rialzo rispetto al tasso ufficiale (110,6%), che non tiene conto dei posti non effettivamente disponibili. In cifre, a fronte di una capienza ufficiale di 51.249 posti, i presenti nelle nostre carceri al 30 aprile erano 56.674, il che equivale a 5.425 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare.
Maglia nera alla Lombardia
Ai posti regolamentari vanno però sottratti quelli non disponibili, che attualmente sono pari a 3.646. La maglia nera spetta alla Lombardia dove il sovraffollamento è pari al 151,8%, seguita dalla Puglia (145,7%) e dal Friuli Venezia Giulia (135,9%). Ma è l’intero Paese a sfigurare in Europa, dove solo Cipro e Romania hanno tassi di sovraffollamento maggiori di quello italiano.
Quello di Varese è il terzo carcere più affollato d’Italia
A livello di istituti, il carcere più affollato è Tolmezzo (190,0%), seguito da Milano San Vittore (185,4%), da Varese (179,2%) e da Bergamo (178,8%). I detenuti crescono circa 5 volte di più rispetto alla crescita dei posti. Dal 30 aprile 2022 la capienza ufficiale è cresciuta dello 0,8%, mentre le presenze sono cresciute del 3,8%. Sul sovraffollamento, nota il rapporto, pesa la custodia cautelare, che è pari al 26,6% del totale. E’ in calo rispetto al passato ma più alta rispetto alla media europea.
Ma un ruolo lo giocano anche la quantità di pene brevi che non si traducono in misure alternative, come ha evidenziato il presidente di Antigone Patrizio Gonnella Al 30 aprile dei 56.674 presenti 7.925, il 13,9%, erano in attesa di primo giudizio, 3.629 (6,4%) gli appellanti e 2.458 (4,3%) i ricorrenti. I definitivi erano 41.628, il 73,4% dei presenti, e gli internati in case di lavoro o colonie agricole erano 282.