Mosca, 4 feb. (TMNews) – Dopo un divieto durato otto anni, la Russia tornerà a esportare in Europa il suo caviale nero. A deciderlo è stato l’Ente ittico federale, che ha dato l’assenso all’export di 150 chili di caviale ottenuto da storioni di allevamento. Si tratta della prima esportazione legale del prodotto, da quando nel 2008 le autorità russe hanno bandito la pesca industriale degli storioni nel Mar Caspio e nelle acque del fiume Volga.
Attualmente, dal fiume Lena si ottengono 29 tonnellate l’anno di storione, metà delle quali non ha caviale. Storioni si trovano anche nel fiume Amur, dove però la pesca è vietata.
L’iniziativa dell’Ente ittico non arriva a caso. Presto potrebbe entrare in vigore il bando per la pesca di storione selvatico nei Paesi che affacciano sul mar Caspio, tra cui l’Iran è oggi il maggior fornitore mondiale. Un tale scenario lascerebbe il caviale d’allevamento russo praticamente senza concorrenti sul mercato europeo.
Al momento gli esperti ritengono difficile stimare il giro d’affari intorno ai prodotti derivati da storione russo. Come ricorda la Rossiiskaya Gazeta, l’Unione Sovietica esportava tra le 700 e le 1000 tonnellate metriche di caviale selvatico l’anno. Ora, la produzione iraniana e russa non è nemmeno sufficiente a coprire la domanda nell’Ue.
Sul mercato europeo, il prezzo del pregiato caviale selvatico arriva a circa 3.600 euro al chilo. I bracconieri russi vendono caviale per guadagni che si aggirano intorno ai 300 milioni di euro l’anno.
mav
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