Sigilli al centro massaggi orientale hot di Cassano Magnago: nella struttura, infatti, secondo la ricostruzione effettuata dagli investigatori venivano fornite a clienti facoltosi prestazioni sessuali a pagamento.
Il centro benessere cinese si era trasformato in un punto di riferimento per chi aveva voglia, dietro il pagamento di laute somme di denaro, di trascorrere qualche ora in compagnia di un paio di prostitute. Secondo le indagini attivate dai carabinieri della stazione di Cassano Magnago, coordinati dai colleghi della Compagnia di Busto Arsizio, il centro aveva messo in piedi un consistente giro d’affari “gonfiato” grazie agli incontri a luci rosse nei quali le due ragazze cinesi intrattenevano una clientela proveniente anche da fuori Cassano.
Evidentemente la voce che all’interno del negozio non si prestassero solo massaggi o trattamenti per la salute e il benessere aveva fatto il giro della zona tanto da catalizzare una clientela molto vasta di affezionati frequentatori. Già da qualche tempo gli investigatori cassanesi stavano monitorando i movimenti della struttura e sulla base delle testimonianze raccolte nelle ultime ore sono entrati in azione.
Alla fine dell’attività investigativa i carabinieri, su disposizione della Procura di Busto Arsizio, hanno sottoposto a sequestro il centro massaggi denunciando la titolare, una donna di origini orientali di 45 anni, che dovrà rispondere dell’accusa di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Gli incontri ad alto tasso erotico, infatti, avvenivano sotto la sua supervisione ma il ricco business erotico, che evidentemente fruttava molto più dello yoga e degli altri massaggi orientali, è stato stroncato grazie a un’attenta attività di monitoraggio favorita dalle informazioni raccolte sul territorio.
Il via vai di persone non è passato inosservato ai residenti della zona e ai passanti che hanno informato le forze dell’ordine dando il via alla loro attività di indagine. Già nei giorni scorsi, a seguito di un controllo ispettivo effettuato in collaborazione con personale del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Varese, era scattato un provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale per violazione della normativa inerente l’impiego di manodopera in nero che aveva comportato, ulteriormente, l’elevazione di una sanzione amministrativa di circa 15.000 euro. Sospensione che adesso, data la gravità dei reati contestati, si è trasformata in sequestro preventivo.
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