Se per l’Ospedale Del Ponte l’inaugurazione del nuovo padiglione è ormai questione di poche settimane, per quanto riguarda invece il Circolo, la prospettiva di avere a disposizione un Day Center 2 è ancora tutta da elaborare.
Ci sono i soldi, e non è dettaglio di poca cosa. Ad annunciare il finanziamento esattamente un anno fa, nella primavera del 2016 in occasione dell’inaugurazione del nuovo reparto di psichiatria del Circolo, fu il governatore Roberto Maroni, mettendo sul piatto 16 milioni e mezzo di euro per la realizzazione dell’opera. In pratica nel nuovo padiglione, da realizzare abbattendo la ex geriatria, (tra il Santa Maria e l’ex maternità), dovrebbero confluire tutte le attività ambulatoriali rimaste escluse dal Day center 1 (nato qualche anno fa sulle ceneri dell’ex Pronto Soccorso), dall’oculistica alla radiologia per esterni. In teoria l’unica attività sanitaria esterna dovrebbe rimanere la dialisi, che avrà una sede tutta sua completamente rinnovata.
Secondo la prima stesura del progetto preliminare, il Day Center 2 dovrebbe essere collegato al Day center 1 tramite una passerella, analoga a quella che collega quest’ultimo al Monoblocco. Ma il condizionale è d’obbligo perché il progetto ha incontrato un primo grande ostacolo: l’abbattimento di due piante monumentali e secolari, un platano e un liquidambar.
Di particolare pregio il liquidambar, tra i più grandi d’Italia, difeso dalle leggi sulla tutela del patrimonio naturale che il vicesindaco Daniele Zanzi ha fatto valere, chiedendo ai vertici di Villa Tamagno di rivedere il progetto. Ma l’ospedale, dal canto suo, sembra più interessato a dimostrare la necessità di abbattere le piante, chiedendo per questo maggiori indagini agli esperti.
Non è la prima volta che la tutela del verde, e in particolare degli alberi secolari, si scontra con il restyling del Circolo. La caratteristica che nel secolo scorso è stata uno dei valori aggiunti dell’ospedale cittadino, con i suoi padiglioni storici immersi tra aiuole di prati verdi, viali alberati e piccoli boschetti, tanto da farlo assomigliare a una clinica privata, con il nuovo millennio sembra diventata il principale ostacolo al suo massiccio ammodernamento. Innanzi tutto in termini di strutture.
A cominciare dalla costruzione del nuovo monoblocco che ha praticamente azzerato la ricca pineta che sorgeva attorno a piazzale Avis, con tanto di proteste da parte dei cittadini. Problemi di abbattimenti e ripiantumazioni si sono registrate anche per la costruzione della nuova centrale termica e del Day center 1.
Intanto, a prescindere dall’evoluzione della struttura, Il Circolo di Varese potrà contare sull’assunzione di 147 infermieri in più, necessaria alla riapertura di 45 posti letto, distribuiti tra i reparti con maggiore congestione. In particolare si tratta di stabilizzare 87 professionisti e di assumerne 60 di nuovi grazie a un concorso appena concluso cui hanno aderito 4mila persone di cui un migliaio risultate idonee e che formano la graduatoria cui l’ospedale potrà accedere anche in futuro. «Contiamo di completare gli inserimenti entro luglio per aprire due posti letto in più in geriatria, e altri in otorino, neurochirurgia e chirurgia generale», spiega il direttore dell’Asst Sette Laghi Callisto Bravi. Tutti reparti, e in particolare gli ultimi due, costretti più volte durante le crisi di sovraffollamento del pronto soccorso, a bloccare l’attività chirurgica programmata. Proprio a causa della carenza di posti letto disponibili.