Il kebab è troppo piccante: la lite culinaria finisce a coltellate. Ferito al fianco il cliente troppo critico, condannato a 8 mesi di carcere (con pena sospesa) il cuoco troppo sensibile. La sentenza pronunciata ieri mattina: imputato un tunisino di 32 anni.
I fatti risalgono al 10 ottobre 2015. È accaduto a Besozzo all’interno della classica kebaberia dove il cliente può o consumare sul posto oppure portarsi via il piatto o il panino preferito. La vittima ha deciso di mangiare la classica pietanza araba all’interno del locale. Ha quindi ordinato e, una volta arrivato il piatto, ha iniziato a mangiare. Al secondo morso il cliente si sarebbe ritrovato con labbra, bocca e gola in fiamme. Lamentandosi con il cuoco: quel kebab era troppo piccante. Quasi immangiabile.
Il cuoco, per contro, non ha seguito la regola aurea del ristoratore in base alla quale il cliente ha sempre ragione sottolineando che il gusto del kebab è quello. La pietanza è piccante e va mangiata così. Replica del cliente che invece insisteva sul fatto che no, non era sempre così. Che in altre occasioni aveva assaggiato kebab meno piccanti e molto più gradevoli al gusto. Da quello che avrebbe potuto essere un semplice battibecco è incredibilmente nata una vera e propria lite.
Tra cuoco e cliente sono volate parole grosse, insulti decisamente pesanti che ad un certo punto hanno trasceso la diatriba culinaria trasformandosi in una lite violenta. Al culmine della quale il cuoco avrebbe perso la testa completamente: accecato dalla rabbia e infervorato nella difesa del suo modo di preparare il kebab ha afferrato un coltello da cucina, trovato sul bancone, e si è scagliato contro il cliente che, dal canto suo, insisteva sull’incapacità del cuoco.
Nella colluttazione il trentaduenne ha colpito con una coltellata al fianco il cliente esigente mandandolo in ospedale. Subito erano accordi i carabinieri che d’intesa con l’autorità giudiziaria avevano denunciato per lesioni il cuoco. Il ferito se l’era cavata con una prognosi di sette giorni: la coltellata non aveva per fortuna causato ferite gravi. La vittima non è mai stata in pericolo di vita. Ieri è arrivata la sentenza: otto mesi di carcere per il cuoco iroso assistito dall’avvocato Renato Prestinoni. La pena, come detto, è stata sospesa: non andrà in carcere.