Bastano quattro parrucconi moralisti, cinque mummie ferme all’antico Egitto (che comunque eresse piramidi e trasformò una striscia paludosa in una terra fertile) e il pulpito proveniente dalla solita torre d’Avorio vecchia cent’anni e lontana da quello che succede sulla terra per trasformare il giorno più bello nella vita di in un’insulsa, controproducente e risibile polemica.
non avrà fatto dormire quattro gatti e cinque cani nei sacrari della città (chi andrà mai a letto come le galline nell’estate
più torrida dal 2003?) ma ha fatto vivere molto meglio e, soprattutto, una piazza dove, prima che arrivasse questo benedetto concerto, magari si rischiava la pelle: e invece no, i benpensanti menano il torrone sulla rissetta delle due o tre di notte, a musica spenta, tra qualche rimasuglio ubriaco dopo che per ore e ore.
a chi ha avuto l’idea di piazzare palco e casse dove di solito si sente puzza di urina tra rumori di bottiglie rotte, si puntano i piedi sull’insignificante neo di due gomiti alzati nella coda di una grande e gioiosa manifestazione già finita da un pezzo, e pure in gloria.
al Comune e ai commercianti che l’hanno abbracciata e sostenuta (però sono sempre tutti pronti a puntare i fucili sul degrado della piazza, o ad accusarli di starsene con le mani in mano) ci si lamenta del ritardo con cui è iniziato lo spettacolo che avrebbe costretto i quattro gatti e i cinque cani di cui sopra a non chiudere occhio fino all’una passata (che delitto turbare la quiete cimiteriale varesina d’un mercoledì di luglio da passare tappati in casa mentre là fuori c’è qualcuno che vive: a scatenare la frustrazione?). Invece di applaudire – , con la giusta discrezione – la civiltà di chi ha partecipato a una festa che da quelle parti non si vedeva da un anno (a occhio e croce dall’ultimo concerto dello stesso D’Agostino), partono indignate a politici, questori, prefetti, parlamentari, commercianti, giornalisti ecc. , in questi casi dove i “signor no” di professione pensano di averla vinta sulla stragrande maggioranza dei cittadini e sul bene comune della città,: invece di un solo concerto all’anno, visto il clamoroso successo di quello appena concluso, ve ne piazziamo uno per ogni sabato d’estate (e, già che ci siamo, anche per Ferragosto e Capodanno), ottenendo tra l’altro il grande risultato dicittadino “buono” da piazza Monte Grappa a piazza Repubblica, che per vastità e spazio sembra addirittura più europea che varesina, quindi si merita altre botte di vita come questa. Secondo: gli sparuti contestatori, dopo avere ottenuto spazio e casse di risonanza immeritati per il loro esiguo numero e per l’ancor più esiguo ragionamento – molto egoista – che li sostiene, in piazza Repubblica (perché sicuramente alloggiano lontano, e quindi se ne fregano) quando il tanto vituperato concerto di Gigi D’Agostino, o di chiunque altro, non può andare in scena. Una volta abbandonati lì, si diano da fare per cambiare la musica della piazza più isolata e degradata com’è riuscito a fare il restante 99% della città in una . Senza di loro, fortunatamente.