Nasce male, malissimo, la stagione cadetta. Non siamo al livello squallido dell’estate 2003, quando si toccò lo zenit del casino, ma il livello è quello. E non è un bel segnale.
Ieri l’Alta corte del Coni doveva decidere sul ricorso del Novara, che ha chiesto la riammissione alla serie B aggrappandosi a cavilli procedurali. Discussioni lunghe e non si sa quanto dotte hanno partorito una scelta pilatesca che lascia tutto in sospeso. Come se fosse la prima volta…
Per farla breve, il caso Novara è destinato a evolversi (o involversi, a seconda dei punti di vista) nel tormentone dell’estate.
Perché a Roma hanno deciso di non decidere: il ricorso è stato solo dichiarato ammissibile, ma da qui a stabilire il da farsi nel merito la strada è ancora lunga. Alkmeno una settimana, visto che l’udienza di merito è fissata per lunedì 11 agosto.
Piccolo particolare: il 7 a Lerici è in programma la compilazione del calendario di serie B, che a questo punto prevederà i turni di riposo, eventualmente da sostituire in seguito con le partite contro i piemontesi.
Posto che la Lega Pro nel frattempo ha definito organici e gironi (e l’eventuale candidata a subentrare, il Porto Tolle, casualmente è difesa dallo stesso legale del Novara, Di Cintio), il pasticciaccio brutto è servito.
Tanto più che il Novara, per non lasciare nulla di intentato nel tentativo di rientrare dalla finestra, ieri si è presentato all’Alta corte del Coni depositando un secondo ricorso, questa volta contro la delibera Figc che il 1° agosto, al contempo, respingeva la prima domanda di ripescaggio e la dichiarava pure inammissibile, per i precedenti del club azzurro sul fronte degli illeciti sportivi.
Tutto questo mentre il presidente della Lega di B Andrea Abodi si produceva nell’ennesima piroetta: un giorno tifa per la B a 21, come da decisioni prese in tempi non sospetti, e il giorno dopo apre al recupero del Novara. Ieri era il turno del paladino del campionato dispari: Abodi ha detto che «le regole sono chiare e c’è una direttiva che ci fa pensare che andremo avanti con un campionato a 21 squadre», aggiungendo «non credo ci siano i margini per riaprire ai ripescaggi in serie B».
Se contro il Novara giocano fattori come le strategie adottate dalla stessa cadetteria, la logica e la necessità di avviare alla cura dimagrante un campionato che dal 2003 (caso Catania, appunto) non ha più avuto pace, a suo favore ci sono diversi fattori non secondari.
A cominciare dalla spinta di Sky e dell’Assocalciatori, che ovviamente perferiscono una fetta in più di torta, per proseguire con una parte della stampa.
Che i giudici del Coni non abbiano rigettato il ricorso – com’era possibile e forse probabile – è una mezza vittoria per la società di patron De Salvo. Ma è una mezza sconfitta per la Lega di serie B.
La non decisione di ieri dell’Alta corte del Coni significa che la B a 22 non è da escludere. In ballo c’è anche la Juve Stabia, che ha presentato controricorso (per ora rigettato), mentre il sindaco di Castellammare ha mandato un’accorata lettera allo stesso Abodi.
Quindi: o il torneo cadetto rimane a 21 o torna a 22. Nel caso deciderà la Figc, che ha già bocciato gli azzurri ma potrebbe essere costretta a riconsiderarli. Tra l’altro, l’udienza dell’11 agosto al Coni riguarderà anche«le eventuali altre controversie che potrebbero essere presentate in materia di ripescaggi». Un macello.
E se torna a 22, l’affidabilità di una Lega che non sa difendere le sue stesse decisioni va gambe all’aria. Un’assurdità, cui s’intreccia la solita questione tutta italiana dei tempi biblici: mai un’estate senza guai. E, diciamolo, mai qualcuno che accetti serenamente i verdetti del campo.
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