MILANO – Medici e infermieri frontalieri è il tema della mozione urgente presentata in Consiglio regionale dalla maggioranza, che è stata approvata all’unanimità durante la seduta. Preoccupazione per una situazione che rischia di svuotare reparti ed ospedali soprattutto nelle zone di confine, dove la forte disparità tra gli stipendi svizzeri e quelli italiani spinge molti operatori oltre confine. Secondo i dati degli ordini infermieristici tra il 2020 e il 2022, il 90% delle persone impiegate nel settore sanitario che hanno attraversato il confine sono infermieri. Nel settore sociosanitario del Ticino, che conta quasi 16.000 dipendenti, 4.300 sono frontalieri, dei quali il 70% sono italiani, per la maggior parte provenienti dalla Lombardia.
In una nota congiunta i consiglieri regionali della Lega Gigliola Spelzini e Emanuele Monti, servono interventi urgenti di contrasto al fenomeno. La mozione, inoltre, si richiama ad un emendamento approvato alla Camera, a firma Lega, alla legge di ratifica degli accordi fra Italia e Svizzera prevedendo la possibilità di concedere sgravi e contributi per alcune categorie lavorative strategiche, come quelle del comparto sanitario.
Monti e Spelzini sottolineano che al Governo vengono richiesti provvedimenti urgenti e tra questi, il rinnovo contrattuale del comparto sanità a livello nazionale e un aumento della quota del fondo nazionale sanitario destinato alle Regioni di confine, con maggiori indennità per il personale impiegato in aree logisticamente difficilmente raggiungibili e caratterizzate da carenza di personale. Dobbiamo assolutamente preservare il patrimonio umano e professionale della sanità lombarda e contrastare l’emigrazione verso la Svizzera. La salvaguardia del nostro sistema sanitario – si legge nella nota di Spelzini e Monti – è di fondamentale importanza per garantire ai cittadini un’elevata qualità dell’assistenza medica e infermieristica». La mozione è stata approvata all’unanimità.