«Non capisco perché ci si scandalizzi! Io negli anni Settanta ho fatto le stesse cose per i diritti delle donne. All’epoca anche le nostre manifestazioni erano considerate “carnevalate”. Abbiamo ottenuto qualcosa, ma la tristezza è che lo stiamo perdendo».
Grazie Anna. Il commento di questa signora, sotto uno dei post di Facebook dei nostri servizi di ieri sul Varese Pride, ci fa capire come ci sia ancora chi non usa i social network solo per vomitare veleno.
Perché un dialogo costruttivo è sempre il benvenuto, anzi è uno degli obiettivi del giornalismo. Purtroppo, quasi sempre, ormai, in troppi utilizzano la parola solo per criticare. Per denigrare. Per insultare. Ce ne faremo una ragione. Vale invece la pena soffermarsi su quello che la signora ha scritto. «Ma la tristezza è che lo stiamo perdendo». La lotta per i diritti non si può fermare. C’è sempre il rischio che si torni indietro. Gli stessi diritti delle donne, l’uguaglianza, non è ancora pienamente raggiunta in Italia.
E, purtroppo, in molti casi le conquiste sociali stanno venendo meno. Così come la libertà e la democrazia che contraddistinguono la nostra società, con tutti i suoi limiti, ma anche i suoi grandi pregi, non sono conquiste da dare per scontate. La storia ci insegna che “tornare indietro” è purtroppo una possibilità reale.
Cosa fare quindi? Non arrendersi. Avere il coraggio di andare avanti. Non stare zitti di fronte alle ingiustizie. Perché se si inizia a stare zitti davanti ad un sopruso, ne seguiranno altri.