Pedemontana è nelle mani del Tribunale fallimentare. Maroni vuole «completarla tutta», ma attende che si esprimano i giudici: «Sono ottimista e fiducioso. Mi auguro che la richiesta di fallimento venga respinta».
L’inaugurazione della “bretella” di interconnessione diretta tra la A35 Brebemi e la A4 Milano-Venezia, alla presenza del ministro delle infrastrutture , che ha tagliato il nastro della nuova opera a fianco del governatore di Regione Lombardia , non poteva che essere un’occasione per riflettere sul destino di Pedemontana, che insieme a Brebemi è un’opera-simbolo della fase del “federalismo autostradale” della seconda metà dello scorso decennio.
Opere che incrociano un destino di scarso utilizzo da parte degli automobilisti lombardi (anche se entrambe lasciano intravedere numeri in lenta ma graduale crescita) e di vicissitudini finanziarie. Ma se per Brebemi, con la nuova “bretella”, il disegno viabilistico è completato, la Pedemontana è ancora ferma a metà strada – sbocca a Lentate sul Seveso, nel bel mezzo della Brianza, e non ha le risorse per far partire i cantieri delle tratte successive – con il rischio che diventi una sorta di “Salerno-Reggio Calabria del Nord”.
Il presidente Roberto Maroni parla di «qualche criticità» per il completamento dell’opera, «l’ultima delle quali, in ordine di tempo – ammette – è la richiesta della Procura di Milano di fallimento. L’udienza ci sarà il 4 dicembre, io sono ottimista e fiducioso: riteniamo che non ci siano le condizioni per far dichiarare il fallimento, ma dobbiamo attendere quella data». Le indiscrezioni giornalistiche dei giorni scorsi sulla perizia-chiave richiesta dal collegio giudicante del Tribunale, che ribadirebbe la tesi della Procura di una società, Autostrada Pedemontana Lombarda, «in stato d’insolvenza», non preoccupano il governatore, pronto già a guardare a dopo il 4 dicembre. «Se, come mi auguro, sarà respinta la richiesta di fallimento – sostiene Maroni – siamo pronti a partire subito, in primo luogo con la firma, da parte del governo, del secondo atto aggiuntivo, che è preliminare agli investimenti necessari a completarla».
La volontà di Regione Lombardia è chiara: «Siamo impegnati a completarla, come ho detto da subito – assicura il governatore – È un’opera importante, che richiede molte risorse. Ma, come diceva l’ex presidente , la Pedemontana costa più a non farla che a farla». Considerazioni che non tranquillizzano i critici, tutt’altro.
Per il gruppo regionale del Movimento Cinque Stelle infatti, «la fine di Pedemontana è segnata: o il tribunale decreterà il fallimento il 4 dicembre oppure bisognerà aspettare gennaio 2018, data dopo la quale la società stessa ha ammesso che non sarà in grado di garantire la continuità aziendale. Sarebbe utile che Maroni la finisse con l’addolcire la pillola, dichiarando che Pedemontana ha “qualche criticità”. Regione Lombardia deve immediatamente prendere in considerazione una exit strategy».