Il 6 marzo il Liceo artistico “Angelo Frattini” aveva guadagnato il podio (con due classi) alle selezioni regionali delle Olimpiadi di Storia dell’Arte e lo scorso 3 maggio è riuscito a raggiungere il terzo posto alle finali nazionali di Roma. Il tema fornito alle scuole da Anisa vedeva il confronto tra il 1917 e il 2017, tra la distruzione della guerra e quella del terremoto. La realizzazione del progetto non è stata affidata ai soli ragazzi vincitori, ma tutto il Frattini si è mosso nella sua totalità per contribuire a realizzare l’elaborato multimediale “L’arte salva, l’arte ricostruisce. Noi siamo la memoria”.
«È stato realizzato un sogno -commentano Maria Luisa Attardo e Luisa Mazzucchelli, docenti di Storia dell’Arte delle classi che alle semifinali si erano classificate prima e seconda-. La collaborazione tra le classi coinvolte ha portato alla luce talenti diversi e strabilianti. Fondamentale il contributo di tantissimi colleghi, anche di alcuni in pensione, e del dirigente scolastico che ci ha supportato in tutto il percorso. Come una grande squadra la “famiglia Frattini” si è mossa con passione e grande cuore».
Il progetto inizia con un video in cui un ragazzo distrugge a martellate gessi e statue, anche sacre: la furia dell’uomo associata a quella della natura. A contrastare le forti immagini, contemporaneamente, la proiezione di un’alunna che graficamente ricostruisce la chiesa di San Benedetto da Norcia, di cui ormai è rimasta solo una facciata.
Francesco Gazzotti ha illustrato la prima parte del progetto: un confronto tra l’importanza dell’azione collettiva nella realizzazione della linea Cadorna con le opere vivaci e vignettistiche di Giuseppe Montanari dove raccontava la sua esperienza al fronte.
Il secondo intervento è stato di Lisa Zanzi, che ha puntato l’attenzione sul concetto di dolore e allontanamento dalla propria casa. Il riferimento artistico in questo caso è andato principalmente alla presenza delle sculture di Mitoraj tra i resti di Pompei «che emergono come sogni dalle rovine, come simboli muti e iconici, come frammenti di malinconia».
Chiara Gualtieri ha presentato l’ultima parte del progetto, quella che vede la memoria come l’unico modo per non dimenticare e poter guardare avanti. Il rimando qui è stato alle Città Invisibili di Calvino. Ricordi, colori e musica. Ed è proprio da questo spunto che il progetto ritorna alla Linea Cadorna, con la proiezione di alcune immagini dell’evento che si è svolto il 23 aprile sul monte Orsa, dove alcuni giovani hanno suonato lungo le linee di questa imponente costruzione. L’arte, come la musica, diventa perno stabile per rinascere e credere in un futuro migliore.
«È una grandissima soddisfazione -dichiara Fabio Giovanetti, dirigente scolastico del liceo- perché dimostra l’attenzione dei nostri studenti per il patrimonio artistico oltre che la capacità di lavorare in squadra e mettere in gioco tutte le competenze acquisite. Complimenti ai ragazzi e ai docenti che li hanno guidati».