Dopo l’arresto i finanzieri trovano 6 chilogrammi di droga: ma non è possibile contestare ai due finiti in manette il possesso dello stupefacente ai fini di spaccio. Il gip di Varese ha convalidato l’arresto dei due fuggiaschi che, mentre era in corso il Rally dei Laghi, si sono resi protagonisti di una rocambolesca corsa per scappare ai militari della guardia di finanza di Luino.
Il gip ha sottolineato la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per quanto riguarda sia la resistenza e la violenza a pubblico ufficiale, sia per quanto riguarda la ricettazione di uno scooter rubato.
I due, 45 e 31 anni residenti in zona, non appena visti i militari delle fiamme gialle, impegnati in un’operazione di controllo del territorio, si sono immediatamente dati alla fuga. Il più vecchio, al volante di un’Audi A3, il più giovane in sella ad uno scooter. Poi risultato essere rubato: di qui la conferma per il trentunenne dell’accusa di ricettazione. Nella fuga, che ha visto il quarantacinquenne tentare la via dei boschi prima in auto, poi a piedi, uno dei militari impegnati nell’inseguimento è anche rimasto ferito.
Un simile comportamento, per il gip, costituisce un grave indizio di colpevolezza di resistenza, vista la rocambolesca quanto pericolosa fuga di cui i due si sono resi protagonisti, e violenza a pubblico ufficiale. Entrambi i fuggitivi sono stati alla fine bloccati: il quarantacinquenne è stato trovato nascosto tra i resti della linea Cadorna.
Ma è stato soltanto dopo l’arresto che i finanzieri hanno trovato il sacco, con all’interno sacchetti più piccoli, contenente i sei chili di droga. Il punto è che lo stupefacente è stato scoperto in un punto lontano sia dal luogo dove è stata ritrovata l’Audi A3 del quarantacinquenne (impossibile trasportare il carico in scooter) sia lontano dal parcheggio dove i due avevano probabilmente fissato un incontro e dove sono stati notati dai finanzieri che hanno cercato di controllarli mentre i due davanti il via alla folle fuga.
Per il gip non sussistono, in questo caso, i gravi indizi di colpevolezza visto che la droga non è stata trovata in possesso dei due arrestati, è stata scoperta dopo che le manette erano scattate e in un luogo non direttamente collegabile ai due. Non è possibile, dunque, attribuire a nessuno dei due il possesso dello stupefacente. E il capo di imputazione è caduto.
Di è che allora quel mucchio di droga trovato nei boschi? L’analisi delle impronte digitali sui sacchetti potrebbe sciogliere definitivamente il dubbio.