Giornata di mobilitazione per il Saronnese: ieri è stato teatro di tre manifestazioni, una dei lavoratori della Ditec, azienda specializzata nella produzione di cancelli e porte automatiche, una di sensibilizzazione del comitato per l’acqua pubblica ed una di solidarietà dei ragazzi del centro sociale “Telos” (Territorio libero occupato saronnese), che hanno voluto essere presenti in tribunale durante i processi per diffamazione e danneggiamenti a carico di quattro attivisti.
La giornata è cominciata alle 7 in via Banfi a Caronno Pertusella, dove è arrivato un pullman con 65 operai della sede Ditec di Quarto d’Altino, alla periferia di Venezia. Gli operai, armati di tamburi, fischietti, bandiere e striscioni, hanno distribuito volantini ai colleghi della sede caronnese ed agli automobilisti diretti alla vicina stazione.
«Si parla di delocalizzare in Cina e Repubblica Ceca» – ha spiegato il segretario veneziano del sindacato Fiom (Federazione d’impiegati ed operai metallurgici) – Cgil, Giuseppe Minto – «È un’iniziativa che se davvero fosse messa in atto porrebbe a rischio di licenziamento 90 degli attuali 120 addetti dello stabilimento veneto». Da qui la mobilitazione, con la presenza a Caronno, sede legale della società, di proprietà della multinazionale svedese Assa Abloy. Dopo due ore nel parcheggio coperto di brina, gli operai sono entrati in azienda per una riunione; al termine hanno fatto ritorno a casa.
Nulla di nuovo, intanto, dall’incontro tra il curatore fallimentare ed il commissario giudiziario che stanno seguendo il caso dell’Ims, l’azienda caronnese che fino all’ottobre scorso, prima della crisi che ha portato al fallimento ed alla mobilità per i 132 dipendenti, produceva compact disk e dvd. «È stato solo fissato l’incontro con le parti sociali, che si terrà giovedì 26 dalle 14.30» – spiega il sindacalista di Cobas – Cub (Comitati di base – Confederazione unitaria di base) Antonio Ferrari – «Speriamo che possano essere presenti anche le autorità, dal sindaco, Loris Bonfanti, all’assessore regionale al Lavoro, Gianni Rossoni, che ci hanno garantito il loro appoggio».
Hanno rispettato tutte le regole del tribunale la dozzina di ragazzi del centro sociale “Telos” che in mattinata si sono presentati in tribunale a Saronno per esprimere la propria solidarietà ai quattro attivisti alla sbarra. Durante l’udienza si sono seduti per terra in fondo all’aula ed hanno seguito tutte le fasi dei due processii in perfetto silenzio.
Uno striscione con la scritta azzurra “Ripubblicizziamola” è stato infine il mezzo scelto dai membri del Comitato del Saronnese per l’acqua bene comune per protestare contro gli articoli del decreto del Governo che ostacolerebbero la creazione di aziende speciali, necessarie per rendere pubblica la gestione dell’acqua. Gli attivisti, una decina, hanno posizionato lo striscione sui tre pennoni della saronnese piazza Libertà e poi, su informale invito delle forze dell’ordine, l’hanno spostato su un balcone.
«Vogliamo fare un’azione di protesta, ma anche di sensibilizzazione» – ha dichiarato il portavoce, Roberto Guaglianone – «Per questo abbiamo anche fatto un volantinaggio».
Il comitato sta raccogliendo le trecento firme necessarie per convocare un consiglio comunale aperto, «per parlare di come applicare in chiave saronnese il risultato referendario» ha concluso Guaglianone.
Sara Giudici
m.delsordo
© riproduzione riservata