«Licenziato in modo pretestuoso. Ora reintegratelo». L’appello del sindacato Adl al sindaco di Samarate per non lasciare a casa , ormai ex dipendente del settore cimiteri della Asc. Il suo licenziamento è stato considerato illegittimo dal giudice, ma non è stato reintegrato perché l’azienda, la ex municipalizzata di Samarate in liquidazione, ha meno di 15 dipendenti. Ma il sindaco ribadisce «totale fiducia nell’operato del liquidatore ».
Davanti al giudice del lavoro del Tribunale di Busto Franca Molinari, Karayan ha avuto ragione «su tutta la linea», come fa notare , dell’esecutivo provinciale di Adl. Ma non ha ottenuto il reintegro sul posto di lavoro e adesso deve accontentarsi dell’indennità di disoccupazione. «Sto facendo qualche corso nel settore funebre, busso alla porta delle municipalizzate, ma non ho prospettive» racconta Karayan. Dipendente del settore servizi cimiteriali di Asc dal 2007, nel mese di settembre aveva ricevuto due provvedimenti disciplinari lo stesso giorno,
il 23 settembre – per un errore nella compilazione della scheda benzina e un ritardo all’inizio del turno – cui era seguita la contestazione, sempre lo stesso giorno, di un’incoerente compilazione della scheda di percorrenza chilometrica. Così, l’11 ottobre, arriva il licenziamento, per giusta causa, senza preavviso e con effetto immediato. Licenziamento che il giudice, nella sentenza depositata il 10 febbraio, ha dichiarato «illegittimo», condannando Asc a versare cinque mensilità di risarcimento (sulle sei richieste dal legale di Karayan) oltre alle spese legali, ma non imponendo il reintegro.
«Prendiamo atto della sentenza, la legge è così, ma lasciare a casa un lavoratore in questo modo è assurdo, soprattutto per un’azienda pubblica – attacca Sartorato – facciamo un appello affinché venga reintegrato, chiediamo al sindaco di chiedere le dimissioni del liquidatore e alle opposizioni di muoversi per verificare se è stato messo lì per tagliare il personale con scuse banali».
Il sindaco di Samarate Leonardo Tarantino da parte sua difende l’operato del liquidatore, che qualche giorno fa in commissione ha confermato di aver accantonato le somme per coprire le spese di contenzioso. «Ho fiducia in lui, la sua gestione è oculata e i numeri gli danno ragione. Sulla vicenda Karayan, dispiace che si arrivi a questo punto, ma c’era un rapporto oggettivamente non sereno. Prendiamo atto di questo epilogo».