VARESE Luino, Saronno e Gallarate: il consiglio dei ministri conferma su tutta la linea il piano di revisione delle circoscrizioni giudiziarie.
E mette la parola fine alla storia delle tre sedi distaccate di tribunale della provincia di Varese. La conferma è arrivata nel pomeriggio di ieri con il comunicato diffuso al termine del Cdm e ha sollevato un vero e proprio polverone, soprattutto politico, in Italia e in provincia di Varese.
Tutta colpa del “salvataggio
in extremis” operato a beneficio di un ufficio di prossimità in sette isole (Ischia, Capri, Lipari, Elba, La Maddalena, Procida e Pantelleria) e di sei presidi giudiziari al Sud, quelli in aree a rischio mafia: Caltagirone, Sciacca, Castrovillari, Lamezia Terme, Paola e Cassino.
Si chiama spending review ma si legge ulteriore occasione di spaccatura tra amministratori del Nord Italia – guidati dai governatori leghisti del Veneto, Luca Zaia e del Piemonte, Roberto Cota – e governo a trazione tecnica.Durissima la reazione a caldo del sindaco di Varese, Attilio Fontana, avvocato di professione e presidente di Anci Lombardia: «Politicamente siamo in presenza di una scelta vergognosa per il fatto che, ancora una volta, si sceglie di favorire il Sud a dispetto di realtà effettivamente importanti e produttive come la nostra» scandisce Fontana, che preannuncia disagi sul fronte di una macchina giudiziaria già in gravi difficoltà: «Certo, questa decisione è una vergogna anche dal punto di vista organizzativo – prosegue – Lo dico da avvocato e mi stupisco che la proposta sia arrivata da un ministro che, a sua volta, è avvocato».
Quello che Fontana teme «è una penalizzazione del funzionamento a discapito degli interessi dei cittadini». Per esempio, è la riflessione del sindaco, «in questo modo arriveremo a costringere un residente della Val Veddasca a raggiungere Varese magari per risolvere una questione di vicinato. Non è un buon servizio che si dà alla collettività».
Stesso discorso per quanto concerne Saronno e Gallarate che, «oltre a essere sedi storiche, e quindi si sacrificano realtà importanti e consolidate del nostro territorio, sono sezioni che funzionano bene e tanto». Le previsioni? Nerissime: «Ci sarà una grande confusione e lo dovremo a questo Governo, che crea inefficienze e danni ai cittadini pur dicendo di voler fare il bene del Paese». Non risparmia bordate all’indirizzo del “concittadino” premier Mario Monti il presidente della Provincia di Varese, Dario Galli: «Hanno salvato i tribunali nelle zone a più alta concentrazione malavitosa? Lo capisco, ma il punto vero è che, ogni volta che c’è da tagliare, tagliano il Nord, nonostante sia poi quello stesso Nord a pagare i servizi pubblici del centrosud».E non solo nelle fasi d’emergenza.
Una discrepanza che il governatore veneto Zaia ha sintetizzato con la formula:«Vogliono salvare i tribunali del Sud? Li paghino». Principio che Galli sposa su tutta la linea: «La questione è nei numeri, gli stessi che nei giorni scorsi sono finiti su tutti i telegiornali. Mi spiego, la provincia di Varese ha un residuo fiscale di circa sette miliardi di euro, ovvero il doppio di quelli per i quali la Baviera ha impugnato per la seconda volta davanti la Corte di Karlsruhe i criteri e i principi della “perequazione orizzontale” tedesca».
Detto ciò, «ho parlato con i presidenti dei tribunali di Varese e Busto, con i quali c’è una costante e proficua collaborazione, e se da una parte questa può essere l’occasione per razionalizzare le strutture e magari avere maggiore massa critica e specializzazione, resta il disagio per l’utenza». E la beffa, dice, per il Nord.
s.bartolini
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