Il mal di testa non dà tregua? Il botulino è la soluzione

Il suo nome è “tossina botulinica” ed è forse più nota per i benefici sul viso. Eppure è usata da decenni anche in neurologia: l’esperto ci spiega come

Come curare quel mal di testa feroce, che ci martella e non dà tregua per giorni? Con il botulino. Ebbene sì, quella sostanza molto nota per quegli effetti “liscianti” sul viso di alcuni vip: la tossina botulinica ha un effetto paralizzante e così la pelle del viso non mostra i segni del tempo, appare tesa e liscia, a prova di qualunque paparazzo a caccia di rughe.
Ma in realtà il tossina botulinica è utilizzata ormai da decenni in neurologia per curare tanti disturbi come il blefarospasmo (contrazione involontaria delle palpebre) o l’emispasmo facciale, la distonia cervicale, la spasticità degli arti post ictus o anche per curare l’iperidrosi (l’eccessiva sudorazione in alcune zone del corpo).

Da pochi anni in neurologia viene impiegato nella terapia contro l’Ec, l’emicrania cronica, e La Quiete punta molto su questa innovazione che a distanza solo di pochi mesi già sta dando riscontri positivi.
«Tra i pazienti abbiamo risultati molto buoni – spiega il dottor, specialista in Neurologia – una paziente ha addirittura avuto un risultato positivo dopo la prima seduta. Sono circa una decina, sembrano pochi ma così non è, considerata la specificità della patologia».

/> L’emicrania cronica è disabilitante e spesso misconosciuta, colpisce circa il 2 per cento della popolazione, da recenti stime risulta che ne soffrono 800mila italiani, e il 45 per cento dei pazienti non vien accuratamente trattato.
I criteri diagnostici della terapia sono regolamentati dall’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco, e la terapia è riconosciuta dal Sistema Sanitario Nazionale, le linee guida del protocollo prevedono quattro sedute in tutto (mini iniezioni sottocutanee), ogni seduta viene fatta con un intervallo di dodici settimane. L’effetto è una desensibilizzazione del “sistema emicrania” e il paziente sta meglio.
I mal di testa più comuni appartengono alle cefalee primarie, emicrania senza o con aura (con disturbo visivo che precede l’attacco), di tipo tensivo o cefalea a grappolo (che colpisce solo in particolari periodi dell’anno).
Ne esistono tanti tipi (oltre 130 classificati) e in media ne soffrono più le donne degli uomini. Con la tossina botulinica si cura l’Ec: «I criteri diagnostici per l’Ec sono definiti dalla Classificazione Internazionale delle Cefalee – spiega il dottor Clerici – e prevedono la presenza di cefalea per 15 o più giorni al mese, con almeno 8 giorni al mese di dolore emicranico, da oltre tre mesi».
«L’efficacia sembrerebbe essere riconducibile ad un triplice meccanismo d’azione blocco della giunzione neuromuscolare con prevenzione della contrattura muscolare, fattore scatenante dell’attacco emicranico; inibizione del peptide Cgrp (Calcitonine Gene Related Peptide) ad azione vasodilatatoria, fondamentale nella patogenesi dell’emicrania; inibizione della sensibilizzazione periferica delle fibre trigeminali con modulazione dei meccanismi di mantenimento del dolore a livello del sistema nervoso centrale (dolore centrale)».

«La tossina botulinica rappresenta oggi una valida e sicura alternativa terapeutica in pazienti affetti da Ec, che abbiano presentato una sostanziale refrattarietà o aventi avversi alle terapie di profilassi».
In pratica la terapia interrompe il ciclo del dolore, si riduce del 70 per cento l’uso di medicinali e la qualità della vita migliora perché la terapia abbassa la soglia di reattività, cioè nella fase dolorosa pulsante e in quella della vasodilatazione è come tenere il motore al minimo.