Il marito di Laura «Senza di lei l’anno più duro»

«È stato sicuramente il più difficile anno della mia vita. La forza di andare avanti me l’hanno data i miei figli, ma anche le tante persone che continuano a mantenere vivo il ricordo di Laura».

Parole da brividi quelle pronunciate da , il marito del sindaco di Cardano Al Campo,, che esattamente un anno fa veniva aggredita brutalmente a colpi di pistola dall’ex vigile urbano, . Dopo alcuni giorni in ospedale Prati morì, ma il suo ricordo continua ad animare la testa e il cuore di chi l’ha amata. A partire dai familiari più stretti.

Gli ultimi dodici mesi sono stati vissuti tutti d’un fiato, con il cuore in lacrime per una tragedia che non potrà mai essere dimenticata. «Fa piacere – racconta il marito del sindaco di Cardano – che in tanti non l’abbiano dimenticata. Molto spesso capita che si fanno i funerali e poi si volta pagina. È bello ad esempio che siano nate anche delle associazioni che portano avanti le stesse battaglie promosse da Laura. La vicinanza delle persone a questa vicenda dà la dimensione di come la politica, quella del quotidiano che portava avanti mia moglie, non è vista come lontana. Amministrare un comune piccolo ti permette di vivere i rapporti in modo diversa. A lei piaceva la quotidianità, dare risposte concrete alle esigenze delle persone. Si impegnava per il cittadino, per fare delle cose concrete».

Il giorno dell’agguato resta un fatto scolpito nei pensieri del marito: Poliseno non dimenticherà mai le ultime parole scambiate con la moglie in ospedale dopo gli spari, quando sembrava che potesse cavarsela. «Mi disse di pensare ai bambini – insiste – era preoccupata che Pegoraro potesse raggiungerli a casa. Quelle parole sono state un messaggio forte: è come se da quel momento mi fossi assunto un impegno ancora più pesante verso i nostri figli. Un impegno che mi dà la forza di andare avanti. Laura era una donna fragile, ma fui sorpreso dalla reazione dopo gli spari. Non pianse, reagì in maniera incredibile e mi chiese di badare ai nostri figli».

Pegoraro esplose i colpi di pistola ferendo a morte il sindaco: «Ho provato tante volte a darmi una motivazione del perché sia successo tutto questo – dice Poliseno – ma a un certo punto mi son detto che una ragione non c’è, una motivazione non esiste. Mi vengono i brividi pensando a mia moglie terrorizzata mentre veniva colpita, alla paura che ha provato in quel momento».

Intanto il processo contro Pegoraro sta già consumando le prime fasi dell’udienza preliminare: «Mi aspetto – aggiunge il marito della Prati – il massimo della pena. L’ergastolo sarebbe una sentenza giusta. Per non è più un essere umano, non lo considero un uomo: è come un oggetto del quale il mondo può fare a meno. Non credo alle sue parole di pentimento: se non avesse voluto uccidere non sarebbe tornato indietro per colpire di nuovo, avrebbe esploso dei colpi in aria. Mi sembra tanto il tentativo di ottenere delle attenuanti». Ma c’è un sogno nel cassetto: «Laura avrebbe voluto realizzare una scuola materna a Cardano – conclude il coniuge – era nel programma, chissà che qualcuno non riesca a realizzarla».

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