Il mastino che apre i cuori e ribalta la porta

Alberto Coriele ci racconta la storia di Alex Caffi, portiere della squadra di Milano e della Nazionale italiana

Se i Mastini lottano con le unghie e con i denti per difendere il presente e il loro futuro, un altro varesino sta facendo innamorare il popolo dell’Agorà di Milano. Alex Caffi è un goalie, di quelli bravi. Classe ’90, 1.85 per 85 kg, è già arrivato in Nazionale. Ma prima di entrare nel giro del Blue Team, è ben presto entrato nel cuore dei tifosi milanesi. Perché è il primo portiere italiano a difendere la gabbia del Milano dopo tantissimi anni,

addirittura dagli anni ’90. E perché è arrivato come una giovane scommessa, ma si è guadagnato l’amore di tutti. Amore ripagato con prestazioni da campione.
Ma la sua carriera parte da lontano, da giovanissimo. Alex nasce come hockeista nel settore giovanile dei nostri Mastini, ma a soli 11 anni si sposta in Svizzera, a Lugano, per mettere basi più solide per la sua carriera. Una lunga trafila che lo porta prima al Ceresio, team satellite del Lugano, poi nel 2013 al ritorno in Italia all’Egna, in A2. Due stagioni da protagonista, in cui para con il 93%, che gli regalano la convocazione in Nazionale come terzo goalie e la successiva chiamata del Milano.
Ad allenarlo, come preparatore dei portieri, c’è un signore che a Varese conosciamo molto bene: Paolo Della Bella, portiere giallonero dal 2003 al 2005. Che su di lui non usa mezzi termini: «È il miglior goalie italiano».
Ora Alex è l’idolo assoluto, indiscusso dei tifosi, per i suoi riti e le sue esultanze particolari. Se la squadra vince, si lancia sotto la curva e dà il via ai festeggiamenti con una ola. Ancor meglio, se si vince senza subire gol (shutout), ribalta la porta. È un segnale, di qui non si passa. Ed è successo tre volte questa stagione, a Caldaro a fine ottobre, il 28 dicembre nella sfida contro il Gherdeina e l’1 dicembre con il Renon, nella sonora vittoria per 4-0 sui campioni d’Italia 2013-2014, match in cui Alex ha parato ben 54 tiri. E non è tutto, perché nelle cinque sfide stagionali che si sono concluse ai rigori, il Milano ha vinto quattro volte grazie alle sue parate. Ecco, non chiamiamolo caso, perché il campione made in Varese ne ha fatta di strada. E ora si gode successo ed entusiasmo. Si è guadagnato il posto nell’Italia, esordendo l’ottobre scorso contro l’Ungheria, e anche il coro dei tifosi, ripreso da quello che cantavano gli interisti a Ronaldo: «Il fenomeno ce l’abbiamo noi sono Caffi tuoi». E tra poco, il 24 e 25 gennaio, a Milano si giocheranno le final four di Coppa Italia. Alex e i suoi rossoblù, con un tifo d’inferno in un palazzo vecchio stampo, possono arrivare in cima.
Carattere forte, personalità spiccata, sulla sua maschera ha scritto: “Don’t forget your balls”. Non ha paura, para tutto ed è un varesino. Provate a batterlo, saranno Caffi vostri.