I problemi di mercato ci sono: nel primo trimestre dell’anno sono calati i nuovi ordini per gli elicotteri, complice il prezzo basso del petrolio, un’attività estrattiva al momento modesta e un minor bisogno, dunque, di mezzi nuovi che svolgano servizio sulle piattaforme. Ma non c’è alcun rischio che AgustaWestland venga smantellata.
Finmeccanica, anzi Leonardo (questo il nuovo nome del Gruppo), si è trovata nel primo trimestre dell’anno con un calo di 964 milioni di euro nei nuovi ordini per gli elicotteri e con meno 114 milioni di euro di ricavi dello stesso settore rispetto allo stesso periodo del 2015.
Nello stesso tempo, però, c’è un «miglioramento dei conti del gruppo, con un ritorno stabile a risultati positivi e una riduzione del debito che può aprire spazi finanziari ad investimenti sia tecnologici che di ricerca e sviluppo» riporta l’onorevole gallaratese presente, settimana scorsa, alla Commissione Attività Produttive della Camera, nel corso dell’audizione dell’amministratore delegato di Leonardo – Finmeccanica .
Niente panico, piuttosto una sempre maggiore attenzione al futuro da governare. Il -15% di ordini di elicotteri già nel 2015 sul 2014 è un indicatore negativo, con ordini rimandati nel tempo o addirittura cancellati. Ciononostante,«Moretti ha dichiarato la volontà di investire sul prodotto convertiplano» a marchio AgustaWestland nei prossimi anni. Dal 2016 al 2020 si potrebbe contare su circa 400 milioni di euro di investimenti in Ricerca e Sviluppo sull’AW609. Il piano è rallentato di un anno dopo il tragico incidente costato la vita ai due grandi piloti ed proprio mentre collaudavano, in volo, la macchina del futuro. Un progetto su cui c’è ancora lavorare e che non si fermerà.
Proprio mercoledì scorso sono riusciti con successo i primi collaudi a terra per il terzo prototipo del convertiplano AgustaWestland AW609 TiltRotor (A/C3), effettuati presso lo stabilimento di Cascina Costa di Samarate. Una tappa fondamentale nel percorso verso la certificazione del nuovo velivolo, prevista per il 2018.
Il marchio AgustaWestland, brand storico «che resterà immutato nonostante la nuova denominazione del Gruppo», informa Senaldi, rimane garanzia di qualità. E in questo momento di calo degli ordini, riporta il deputato gallaratese del Pd, «sarebbe interessante che il ministero degli Interni e le forze dell’ordine si dotassero di nuovi mezzi». Se «ci fosse questa disponibilità da parte della Difesa», il nome AgustaWestland sarebbe assolutamente spendibile.
Le capacità del territorio e dei suoi stabilimenti non sono infatti in discussione, bensì «all’avanguardia – rimarca Senaldi – La garanzia di investimenti consistenti per la produzione di alcuni modelli di elicottero ed in primo luogo per il lancio definitivo del convertiplano AW609 dimostra che, oltre a conservare, Leonardo – Finmeccanica vuole anche rilanciare i prodotti Agusta. Discorso simile è stato fatto per gli investimenti in Alenia Aermacchi». Moretti «ha anche rassicurato sul nodo delle forniture centralizzate che potrebbero rendere rigido ed ingessato il processo produttivo, chiarendo che queste riguardano solo i materiali di consumo. Il processo produttivo, dunque, non è toccato da un cambiamento» continua Senaldi.
Nessun atto di fede pro Moretti: Angelo Senaldi ci tiene a rimarcarlo. Ritrovarsi in un gruppo unico Finmeccanica «offre maggiori possibilità di compensazione in momenti di sofferenza». E il futuro? «AgustaWestland e Alenia Aermacchi sono qui e qui resteranno» rassicura il deputato di Gallarate. Nel frattempo, propone Senaldi, «parlamentari, sindaci, sindacati dovrebbero aprire un momento di confronto costante sul distretto aerospaziale. Non un teatrino da propaganda, ma un impegno fisso per il territorio».