Le celebrazioni per il 25 aprile di ieri, dopo il corteo e la deposizione delle corone si sono concluse in Largo Camussi dove l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia hanno allestito un palco. Oltre ai relatori istituzionali si sono alternati anche i ragazzi delle scuole primarie, secondarie e superiori degli istituti di Gallarate.
I primi a parlare davanti al microfono visibilmente emozionati sono stati i ragazzi dell’Istituto Comprensivo Statale “G. Cardano – Padre Lega“. Hanno scelto i versi di Pier Paolo Pasolini “Ed era pura luce, luce di giustizia e di una nuova alba” tratte da “La Resistenza e la sua luce” per spiegare un periodo storico che non hanno vissuto in prima persona ma che, come raccontato da uno studente «abbiamo approfondito in classe durante le lezioni con letture, fotografie e ricerche». Proprio per questo presidente dell’Anpi ha ritenuto fondamentale ringraziare gli insegnati che «ogni giorno si impegnano per tramandare la storia ai ragazzi che sono il futuro e che non devono scordare il passato della nostra Italia».
Un susseguirsi di testimonianze di partigiani, di italiani “Eroi comuni che non devono essere dimenticati”. Perchè, come scritto da Norberto Bobbio nel 1957 “Esistono momenti nella storia in cui la pace deve essere conquistata perchè arrivi ogni volta il giorno della liberazione”.
«Abbiamo lavorato sul personaggio di Luciano Zaro grazie al prezioso aiuto di Michele Mascella presidente dell’Anpi – racconta l’insegnate della scuola primaria Cesare Battisti- ed abbiamo realizzato un fumetto in inglese ed in italiano. È il nostro omaggio all’Anpi ed a questa giornata».
A concludere gli interventi in rappresentanza dei liceo scientifico “Leonardo da Vinci” e classico “Giovanni Pascoli”di viale dei Tigli che sottolinea come «siamo qui per ricordare ciò che i partigiani hanno ottenuto con il loro sacrificio, la democrazia». Propria questa è una delle parole più ripetute e se ci si chiede se sarà sempre lì, il liceale risponde con un “no” convinto: «Deve essere conservata ogni giorno e dobbiamo impegnarci per dar vita a quella società e quello stato che noi vogliamo. Questo è davvero il modo migliore per onorare i caduti».