La lezione di : «Sogno un mondo migliore. Ce lo potranno dare solo i nostri ragazzi». A quasi 90 anni, la fondatrice degli istituti scolastici superiori di via Varzi, che portano il suo nome, è ancora tutti i giorni nel suo ufficio. Ieri mattina ha accolto , il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale che, alla sua prima visita in assoluto a Busto Arsizio, non poteva che fare tappa nell’eccellenza scolastica bustese dove ha potuto toccare con mano i progetti più
innovativi, come il liceo quadriennale e il liceo della moda. «Ho avuto l’onore di conoscere Olga Fiorini, che è una di quelle persone che fanno la storia, in generale, ma in particolare la storia della scuola» ammette Lidia Campanelli. La signora Olga le ha svelato la sua missione che va avanti senza sosta da 60 anni, condensando in poche ma intense parole un’esperienza pratica che precorreva tutti i pomposi concetti di orientamento, alternanza scuola-lavoro e contrasto alla dispersione scolastica alla base della riforma della “buona scuola”. «Di giorno lavoravo nella sartoria, di sera andavo per le strade a raccogliere i ragazzi per portarli a scuola – racconta Olga Fiorini – era un servizio sociale, lo si faceva con grande umanità. E con amore. È quello che oggi manca». Al centro di tutto, per Olga, ci sono i suoi “ragazzi”: «Questa gioventù dà molto a noi. Saranno anche vivaci, avranno difetti enormi, ma sono migliori di noi. Solo con loro avremo un mondo migliore. Loro hanno bisogno di noi, sono burberi e si allontanano perché si credono dei Padreterno, ma dentro di loro hanno bisogno di noi. Aiutiamoli a crescere». Una missione che non ha alcuna intenzione di fermare: «Io devo farcela a crescere questa gioventù – ammette Olga Fiorini – sogno un mondo migliore, e prima o poi arriverà questo mondo migliore. Io ho vissuto la guerra, e tutto quello che ho imparato lavorando l’ho trasmesso ai ragazzi». All’avanguardia, da sempre: «Alternanza scuola-lavoro? Quando la Regione non c’era, io li mandavo i ragazzi a fare tirocinio. E alcune delle mie ragazze hanno creato imprese importanti. Ma ai miei tempi per l’esame si tagliava, si confezionava e si indossava un capo. Oggi vorrei una scuola di sartoria così, invece le ore di laboratorio si riducono sempre di più».