Il missionario che salva l’Amazzonia Padre Dario torna nella sua Samarate

SAMARATE – Da Açailândia, nello stato brasiliano del Marnahão, dove è missionario comboniano, a Samarate, dove è cresciuto e dove ancora vivono i suoi familiari. Domani sera alle 21, nella sala San Rocco dell’oratorio di via Statuto, la comunità parrocchiale di Samarate abbraccia padre Dario, la sua forza, il suo coraggio. E si prepara a una serata di ascolto della sua testimonianza sulla realtà che vive tutti i giorni nella sua missione.

L’estate scorsa, il nome di padre Dario, all’interno della rete “Justiça nos Trilhos”, unione di movimenti e istituzioni, appoggiata da avvocati e organismi di solidarietà legati alla chiesa cattolica e di difesa ambientale e della salute, era emerso per un impegno che aveva portato alla decisione di un giudice federale brasiliano che per qualche tempo era riuscita a far sospendere i lavori della linea ferroviaria su cui si muovevano, nella zona, i treni del ferro. Che tanti problemi ambientali, sociali, di salute portano alla popolazione dell’Amazzonia. Lavori poi ricominciati, con un seguente nuovo ricorso della rete.

Un impegno sociale, ambientale, umano, che si unisce alla vita quotidiana nella missione. E quindi a un altro forte impegno per la popolazione con cui padre Dario vive. Che difende. Che ama. La vita dei missionari in Brasile, la vita delle popolazioni in quella fetta di America Latina, le aspettative, le necessità, l’esperienza della Chiesa in quelle terre da noi così lontane.
Inoltre, sul tema legato al cosiddetto “ferro dei porci”, padre Dario, con Francesco Gesualdi e Giulio Di Meo, ha anche lavorato per un libro fotografico, “Pig Iron”. La serata a Samarata, dove il missionario torna dopo tre anni, sarà un modo per conoscere da vicino il suo impegno nella difesa delle popolazioni brasiliane, per uno sviluppo socio ambientale equilibrato. E sarà motivo di riflessione, oltre che di conoscenza.
S. Mag.

b.melazzini

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