Il mondo dell’impresa e del volontariato saluta Paolo Fumagalli, oggi i funerali a Fagnano Olona

FAGNANO OLONA – E’ scomparso all’età di 64 anni il Dott. Paolo Fumagalli, noto commercialista di Busto Arsizio, impegnato da sempre nel mondo dell’associazionismo e delle imprese. Morto a causa di un tumore aggressivo che non gli ha lasciato scampo, il suo funerale si è svolto oggi, a Fagnano Olona, in una Chiesa colma di personalità pubbliche e imprenditoriali ma anche di tanti amici e conoscenti che stimavano Fumagalli come uomo e come professionista. Dirigente d’impresa stimato in modo bipartisan da tutti, nel corso della sua vita ha ricoperto numerosi incarichi di prestigio in aziende di primo piano del panorama italiano, quali Saipem, Enel, Poste Italiane, Banca Intesa ed altre. Membro, non da ultimo, di Unipol, del Cda della Fondazione Russia Cristiana e del Consiglio di sorveglianza di Solidarietà e Servizi, che così lo ha ricordato sul proprio sito istituzionale:

“Con passione, intelligenza e lungimiranza, Paolo ha contribuito in maniera decisiva alla crescita della Solidarietà e Servizi come impresa sociale, da un lato favorendo l’adozione di un modello organizzativo che distingue la responsabilità gestionale da quella del controllo e della vigilanza, dall’altro sostenendo scelte strategiche (..) in particolare nel campo del Dopo di Noi, dell’Autismo e dell’Inserimento Lavorativo delle persone disabili. Ma un altro aspetto è segnatamente distintivo del lavoro svolto da Paolo, oltre a quello del supporto nella relazione, che amava definire vera e propria partnership, con gli istituti di credito: è stato sempre disponibile e ha sempre scommesso sulle persone, valorizzandole e dando
tempo, accompagnandole per la loro crescita.
Questo ha permesso, a professionalità prevalentemente provenienti dall’ambito educativo e sociale, di acquisire una dimensione di responsabilità economica e gestionale, grazie alla quale oggi la cooperativa può realizzare servizi e progetti tanto complessi, quanto sostenibili.

Nell’ultima riunione del Consiglio di Sorveglianza, svoltasi il 18 dicembre scorso e alla quale aveva invitato anche il Consiglio di Gestione, Paolo era molto contento non solo per i progetti futuri, qualcuno dei quali di particolare rilevanza per la Solidarietà e Servizi, ma anche per la decisione dei Consigli – in occasione del 45° della cooperativa – di riconoscere un contributo economico straordinario ai lavoratori e ai soci, prevedendo inoltre – per il 2025 – un bonus per le famiglie dei dipendenti che saranno allietate dalla nascita ovvero dall’accoglienza in adozione o in affido di un figlio. Le persone erano una sua costante preoccupazione e la finalità sociale trovava nell’approccio imprenditoriale e manageriale, sul quale insisteva, un’adeguata modalità per essere perseguita.

Ma tutto questo, in fondo, non esaurisce quello che Paolo è stato ed ha rappresentato per chi lo ha conosciuto e per la Solidarietà e Servizi: un carissimo amico e maestro, il quale con la sua attenzione a quello che accadeva, con il suo temperamento deciso e mai arrendevole, se non quando emergevano tutti i possibili aspetti delle cose, anche di quelle più scomode, con la sua disponibilità ad ascoltare e a mettersi in relazione con tutti e far emergere il positivo,

ha favorito un approccio al lavoro tanto umano, quanto professionale. Negli ultimi tempi della sua malattia si appellava spesso a quel pensiero di Cesare Balbo che gli era tanto caro, affisso ad una parete del suo ufficio di Busto Arsizio: “solo i codardi chiedono al mattino della battaglia il calcolo delle probabilità; i forti e i costanti non sogliono chiedere quanto fortemente né quanto a lungo, ma come e dove abbiano da combattere. Non hanno bisogno se non di sapere per quale via e per quale scopo, e sperano dopo, e si adoperano, e combattono, e soffrono così, fino alla fine della giornata, lasciando a Dio gli adempimenti.” Paolo ha continuato fino all’ultimo ad adoperarsi, a combattere, a soffrire e ad offrire se stesso, cercando e amando lo scopo della vita e del lavoro, lasciando a Dio, lietamente e in pace, gli adempimenti. Di tutto questo gli siamo grati e siamo certi che altri frutti ci saranno, a partire da quello che con lui abbiamo vissuto e costruito negli anni.”