C’era una volta la quotidianità, e questa portava il nome di NYC, della Grande Mela, irraggiungibile per noi Europei, ma così terribilmente vicina, in fondo. E New York era quasi casa, anzi, in alcuni casi era proprio “dentro casa”. Come in “Friends”, la nota serie americana ideata da David Crane e Marta Kauffman, andata in onda in TV per dieci stagioni, dal 1994 al 2004, e che proprio lo scorso sabato 28 ottobre ha visto piangere uno dei suoi sei protagonisti, l’attore Matthew Perry, ma per tutti noi Chandler Bing.
Chadler era il perfetto newyorkese, bello ma sfigato, dalle mille facce buffe, dalle tante paranoie, che non gliene andava mai bene una, ma che non perdeva l’occasione per una battuta sagace, spesso autoironica. Esattamente come ci raccontano le cronache essere stato Matthew Perry, dalle mille vite, e tutte vissute al massimo. Perry era un uomo circondato da amici, ma anche da tanta solitudine e incomunicabilità. E aveva rischiato di morire tante di quelle volte che sembrava fosse ormai quasi graziato dalla sorte, come MR Magoo quando si caccia in situazioni surreali, superandole per un’assoluta combinazione del caso.
Aveva scritto un’autobiografia nel 2022 dal titolo Friends, Lovers and the Big Terrible Thing, nella quale l’attore statunitense con passaporto canadese aveva raccontato della sua lunga e ostinata battaglia contro le dipendenze, ma in modo certamente diretto e mai retorico.
Matthew Perry aveva avuto una lunga esperienza di dipendenze, da alcol sin da giovane, ma anche da droghe e da farmaci, tra tutti il Vicodin, preso inizialmente a seguito di un incidente nel 1997, poi divenuta una nuova dipendenza. L’attore aveva inoltre subito vari interventi chirurgici e aveva visto il suo corpo in continuo cambiamento di peso, con oscillazioni che andavano dai 60 fino ai 128 kg.
Eppure, un volto furbetto, il suo, gioviale, che muove al riso e nel quale chiunque non fa a meno di riconoscersi in qualità di quel Chandler Bing, tanto buffo e quasi isterico. Un personaggio però che era molto diverso da quello che era Perry nella vita reale.
Un perfetto clown, Matt-Chandler, che nascondeva il dolore nella quotidianità del gesto di una sit-com ambientata in un accogliente appartamento di Manhattan, condiviso con cinque buoni amici di vita e spesso su un divano, quello del bar sotto casa, un Winchester di ciniglia di color arancio-ruggine che da solo ne aveva sentiti e visti più di quanti una schiera di analisti potrebbe testimoniarne.
Eppure proprio quel Matt-Chandler era lo stesso che ha lasciato la terra nel mistero più totale di un pomeriggio d’autunno, in una lussuosa villa di Los Angeles, dentro una lussuosa vasca a idromassaggio, nella solitudine più totale.
E l’annegamento di Mattew Perry è il naufragio stesso del modello felice della quotidianità di un gruppo di giovani bislacchi, ingenui e spensierati, quello di Friends & Co, isola felice newyorkese anni ’90.
E ora c’è da chiedersi, come recitava la nota sigla del programma: dici che sarà vero che “I’ll be there for you?”…
Giuliana Maria Amata