La Busto della musica rende omaggio al grande Raf Montrasio, a un anno e pochi giorni dalla sua scomparsa.
Chitarrista nell’orchestra di Renato Carosone e titolare di un negozio di strumenti musicali dal quale sono passati tutti i musicisti della città e del territorio, «è stato un maestro e un punto di riferimento per il mondo della musica a Busto».
A raccontarci Raf e lo spettacolo “Ciao Raf”, in programma domani sera al Manzoni,
è Gigi Marrese, chitarrista, erede artistico di Montrasio: è lui che ha fortemente voluto radunare tutti gli amici del mitico Raf per una “serata-tributo” che si preannuncia storica.
«Sarà uno spettacolo musicale con uno sviluppo teatrale, interattivo, in cui i contributi musicali dei tanti amici di Raf che non hanno voluto mancare saranno intervallati dai video delle interviste a Raf e da passaggi per ripercorrere la sua storia – spiega Marrese, presidente dell’associazione 55 – l’ho pensato con Lucianino Colombo e a Mario Caccia, presidente dell’associazione JazzAltro, oltre che patron di Abeat Records, già votata qualche anno fa come migliore etichetta discografica jazz in Italia. Con la 55 e JazzAltro, anche i Mandolinisti Bustesi di Alberto Tovaglieri. Busto Arsizio gliela doveva, perché Raf, che è arrivato qui nel 1967 ad aprire il suo negozio di strumenti musicali, è stata una figura importante per la nostra città».
Un rapporto nato forse per caso, visto che Raf Montrasio, nativo di Cesano Maderno, ha sempre abitato a Saronno con la sua famiglia, ma vissuto intensamente: «Con l’ultima tournee in Persia, alla corte dello Scià, siccome i bambini cominciavano a diventare grandi, ha tirato su i soldi per investire nel negozio di strumenti musicali – racconta Marrese – e si è fermato qua perché, dopo un sondaggio per decidere dove aprire il negozio, ha scelto proprio Busto Arsizio. Da quel momento è stato qua per quasi 50 anni, trasmettendo la passione ai figli. La città l’ha vissuta: rimaneva a Busto tutto il giorno e in pausa pranzo andava a giocare a tennis».
Oltre a rappresentare «il punto di riferimento per tutti i musicisti della città e del territorio, visto che dal suo negozio sono passati tutti», la sua personalità lo ha fatto ben volere anche al di fuori del mondo della musica: «Era un personaggio eclettico, amato da tutti, ma soprattutto dalla gente – sottolinea Marrese – brillante, colorato, raccontava le barzellette. Ecco perché alla serata per Raf ci sarà la Busto che gli voleva bene, dal parrucchiere al vicino di negozio».
Da un punto di vista musicale, ricorda il presidente della 55, «Raf aveva un istinto enorme, era preparatissimo, preciso, incredibile dal punto di vista armonico e poi aveva questa gioia, questa energia, che trasmetteva a tutti. È stato insieme ai grandi: Franco Cerri lo ha indirizzato a suonare la chitarra, poi non so quante ore di volo in giro per il mondo abbia fatto con Carosone. Teniamo conto che Raf non era uno del circuito partenopeo, quindi il fatto che Carosone l’avesse scelto fu significativo».
Dopo una vita a fare musica popolare, negli ultimi anni si era avvicinato al jazz, anche grazie a Davide Facchini, con cui ha fatto diversi concerti, tra cui quello con i migliori chitarristi del mondo a Soave, e all’amicizia con l’australiano Tommy Emmanuel, che due settimane fa era a Varese e ha voluto registrare un contributo video per la serata “Ciao Raf”. Poi c’è il rapporto personale con Gigi Marrese: «Lo diceva lui, e lo riportano i figli, che fui il suo primo cliente – racconta il chitarrista bustocco – avevo 12 anni e ho cominciato il mio iter, poi ai 18 l’ho sostituito nell’orchestra del “Ciato”. Ma ho vissuto sempre al suo fianco, e i suoi figli sono come fratelli. Per me è stato un maestro come uomo e musicista. Un riferimento sotto tutti i punti di vista».