«Il nostro orgoglio tornerà a volare»

Mauro Boschetti, veterano di Agusta Westland: «Raggelati da questa tragedia, è un dolore di famiglia. Il convertiplano? Un sogno realizzato: lo pilotavano i migliori. Speriamo che ora non si blocchi tutto»

«Quando lo vedevamo in volo, per noi era veramente motivo di orgoglio»: , presidente del Gruppo lavoratori seniores MV Agusta di Cascina Costa, sa bene di cosa sta parlando. «Siamo tutti sconvolti per quello che è accaduto, venerdì era il gelo qui in azienda», dice. Dopo 41 anni in meccanica e a un anno dalla pensione, ne ha visti di innovazioni e progressi nella “sua” AgustaWestland. Ma chi avrebbe mai pensato a un aggeggio metà elicottero e metà aereo? Invece l’AW609, il convertiplano, è realtà. Chi lavora a Cascina Costa, dove un intero reparto – il reparto sperimentazione – è dedicato all’AW609, sembra saperlo meglio di altri. Ma vale lo stesso per i dipendenti di Vergiate, dove c’è la linea di assemblaggio degli elicotteri, o all’Academy di Sesto Calende, dove si insegna anche a pilotare gli esemplari acquistati in AgustaWestland. Orgoglio puro.

ed erano due piloti esperti e hanno perso la vita, l’altro ieri mattina, dopo che il convertiplano sul quale stavano volando per un collaudo ha preso fuoco e si è schiantato a terra. Prima dell’impatto, il gesto eroico dei piloti che hanno portato il velivolo in fiamme lontano dal centro abitato di Santhià, che stavano sorvolando. «Venerdì abbiamo visto alzarsi il 609 da Cascina Costa verso le 9.30», ricorda il signor Mauro. Anche in quella occasione il cuore a mille,

unito ad orgoglio e profonda stima per gli uomini, i piloti, che avrebbero fatto volare quella macchina avveniristica. Poi, forse, prima della tragedia, il velivolo ha fatto una tappa a Vergiate. «Speriamo che quanto è accaduto non blocchi tutto, non fermi il progetto convertiplano, su cui AgustaWestland e Finmeccanica puntano molto per il rilancio aziendale. Non sarebbe giusto nei confronti di chi ha perso la vita per questo, in un lavoro estremamente impegnativo». La voce di Mauro Boschetti, 62 anni di cui 41 passati in AgustaWestland, svela un senso di appartenenza che forse le nuove generazioni avvertono meno, ma che lui continua, caparbiamente, a trasmettere ai giovani occupati nel suo reparto.

«Il mondo del lavoro è cambiato, si sa – annota – Una volta noi che lavoravamo in Agusta eravamo tutti del circondario: il lavoro passava di padre in figlio e il senso di appartenenza era innato. Io ho conosciuto mia moglie a Cascina Costa, lei era alla gestione materiali. E come me tantissimi altri hanno trovato moglie o marito al lavoro». «Non pensavamo allo stipendio, agli aumenti possibili o da rivendicare. Essere in Agusta era un privilegio, il lavoro desiderato: nessuno se ne sarebbe mai andato». Il cambio generazionale ha portato nuovi dipendenti da tutta Italia e da tutto il mondo, ma per chi ci ha messo cuore e anima l’impresa diventata una sorta di famiglia e di casa: per loro, «AgustaWestland continua ad essere tutto». Mauro Boschetti lo dice senza un minimo di esitazione, e aggiunge: «Sono orgoglioso di farne parte».L’ultimo dei passi da gigante è il convertiplano: un fuoriclasse come Pietro Venanzi l’ha portato in aria fin dal primo collaudo, nel 2006; con lui, in seguito, Herb Moran. «I due migliori in assoluto», scrivono i colleghi americani.