– «Il tessile non è solo il passato. L’hanno capito anche i brand della moda». Parola di Piero Sandroni, presidente di NewTex, intervenuto ieri a Palazzo Gilardoni per la sessione delle “primarie delle idee” dedicata al rilancio del tessile. Le azioni a tutela del settore si rivelano apripista delle linee guida sul “sustainable fashion” della Camera Nazionale della Moda. «Formazione e innovazione per dare un futuro al tessile».
Un settore di grande tradizione a Busto Arsizio e, ancor oggi, di grande rilevanza per l’economia del territorio, se pensiamo che in provincia di Varese vanta ben 1712 aziende per 14mila e 384 addetti, con un volume di esportazioni di poco meno di un miliardo di euro di esportazioni, più del doppio delle importazioni. «È quello che vogliamo lasciare come patrimonio di consapevolezza a chi verrà dopo di noi – sintetizza il sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli,
che aveva lanciato il percorso di iniziative a tutela del settore con l’ordinanza a tutela della salute dei consumatori, già ribattezzata degli “sceriffi” del tessile, promulgata in parallelo con il Comune di Biella – per sostenere la possibilità di un futuro responsabile, non protezionista, di cultura d’impresa. Ci conforta il fatto che siano state presentate, nonostante molte resistenze, le linee guida della Camera Nazionale della Moda che fanno proprie quelle dell’ordinanza di Busto Arsizio e le esperienze che in questi anni abbiamo acquisito». Sì, perché l’esperienza di questi anni – all’ordinanza si aggiungono la “Rete per il Tessile”, il progetto Polo TexSport, poi evoluto in un marchio collettivo registrato, l’associazione NewTex Distretto Tessile Innovazione, la piattaforma BA2020, il progetto Dress Care e la smart label NewTex (un’etichetta “intelligente” che si attiva tramite QrCode e Nfc dallo smartphone e fornisce la certificazione di filiera di Tessile e Salute) – sta producendo quelle che Piero Sandroni, fondatore e numero uno di New Tex nonché presidente del gruppo merceologico del tessile e abbigliamento dell’Unione degli Industriali di Varese, definisce «ricadute positive anche lontano da Busto». L’azione di tutela attiva del tessile, puntando sull’innovazione più che sulle spinte protezionistiche a favore del “Made in Italy”, si è rivelata per certi versi «anticipatrice» di ciò che sta accadendo in questi mesi, con le linee guida sulla “moda sostenibile” che sono state fatte proprie dai principali brand della moda italiana.
«Qualche giorno fa – racconta Sandroni – la Camera nazionale della moda ha tenuto un workshop con i rappresentanti della filiera produttiva tessile, una cosa inimmaginabile solo cinque anni fa». Quando si diceva ancora che il tessile era il passato, mentre la moda era il futuro. «Ora anche i grandi brand sono consapevoli della necessità di un collegamento forte e stabile con tutta la filiera produttiva tessile in Italia» ammette Piero Sandroni, che delinea in «formazione, rilancio, salute, innovazione e aggregazione» i punti cardine per dare un futuro al settore.