Un software per aiutare le aziende ad essere competitivi sul mercato e a rapportarsi con le banche: è l’ultima iniziativa conclusa da Confartigianato Imprese, portata avanti in partnership con la Liuc di Castellanza. «Un supporto utile tanto alle aziende quanto alle banche per consolidare il metodo di analisi già utilizzato da Confartigianato per aiutare gli imprenditori nella gestione finanziaria – spiega , direttore di Confartigianato Varese – che serve anche come una sorta di traduttore, dal linguaggio degli imprenditori a quello delle banche.
E parlare la stessa lingua significa essere in grado di trovare un punto d’incontro, per continuare a lavorare e far crescere il territorio». Al progetto ha lavorato anche l’Institute for Entrepreneurship and Competitiveness, e presuppone due momenti di analisi: la ridefinizione del modello per conoscere meglio la capacità finanziaria della propria impresa e capire come presentarsi alla banca, e l’analisi degli strumenti che oggi le imprese utilizzano per misurare la loro cultura finanziaria.
«Il risultato – spiegano i docenti Liuc e – è un software di facile gestione, a disposizione dell’ufficio credito di Confartigianato Varese. Nel modello vengono inseriti i dati dell’azienda, e il programma è in grado di elaborare previsioni sui flussi di cassa nel prossimo mese, oppure nel prossimo anno. Uno strumento affidabile ed importante, anche solo per far capire ad un imprenditore che direzione deve prendere l’azienda». Negli ultimi due anni sono state circa duecento le aziende che si sono rivolte a Confartigianato per una consulenza. Imprenditori alle prese con la bilancia dei costi e dei ricavi, sempre più complessa, e con un linguaggio bancario in cambiamento. «Le banche non mettono più al centro di tutto le garanzie – spiega dell’ufficio credito dell’associazione di viale Milano – per concedere un prestito guardano soprattutto alla effettiva capacità dell’azienda di ripianare il debito nei tempi previsti. I dossier che il nostro ufficio è in grado di stilare grazie a questo software facilitano molto il lavoro delle banche. Che, avendo già a disposizione il materiale vanno incontro più facilmente alle richieste delle imprese».
Anche perché il modello, sviluppato in collaborazione con imprenditori che si sono resi disponibili al test, prende in considerazione anche possibili intoppi, come un pagamento riscosso in ritardo o una congiuntura sfavorevole del mercato. «Non si tratta di uno strumento dedicato alla sola richiesta di crediti da parte delle banche – spiega Colombo – ma di un modello a disposizione degli imprenditori anche solo per “tarare” la propria azione. Perché, in un mercato sempre più competitivo, non è possibile lasciare più nulla al caso, quando si parla di impresa».