Per ricostruire l’epoca in cui operarono Paolo VI e Monsignor Macchi, andiamo a trovare lo storico libraio Canesi in piazza Giovine Italia. Subito dentro l’antico portone, accolti da un silenzioso chiostro con due ordini di colonnati, ci rendiamo conto che in questo angolo è passata tutta la storia di Varese.
Nel ‘600 vi sorgeva un monastero di Orsoline, poi trasformato in Ospedale: da allora molti edifici sono stati spazzati dalla modernità, come il Teatro sociale di fianco (ora condominio) che dava il nome alla piazza o la chiesa di Sant’Orsola all’ angolo con via Donizetti, che oggi ospita una sala giochi.
In fondo al porticato con l’imponente colonnato in pietra di Viggiù, circondato anzi sommerso dai libri d’arte e antichi, da trent’anni resiste come punto di riferimento di studiosi e appassionati varesini, alla faccia delle ristrettezze del mercato editoriale.
Per noi spulcia scaffali altissimi dove albergano oltre quarantamila volumi, recuperandoci preziosi saggi su Paolo VI.
Molti hanno contributi o prefazioni di monsignor : consapevoli che la Chiesa avesse bisogno di parlare un linguaggio nuovo, mentre stragi e terrorismo flagellavano la società civile, il Pontefice e il suo segretario cercavano nuove opportunità di dialogo con il mondo, attraverso l’arte moderna, viaggi anche intercontinentali e pubblicazioni. Fra i tesori di Canesi alcuni libri-pietre miliari su Paolo VI: “Il papa e il diavolo” che il giornalista Gorresio scrisse a partire dai famosi due discorsi del 1972 sull’esistenza del diavolo, raccontando quando fosse difficile per la Chiesa avviare un dialogo concreto con le istanze filosofiche post-sessantottine.
Di particolare valore storico il libro-diario di monsignor Macchi “Paolo VI e la tragedia di Moro. 55 giorni di ansie, tentativi, speranze e assurda crudeltà”: in qualità di fiduciario del Papa, Macchi era stato mediatore per il rilascio dello Statista, giungendo a rivolgere una lettera pubblica alle Brigate Rosse in cui si chiedeva una riconsegna senza condizioni, facendo trasparire che la Santa Sede sarebbe stata pronta a versare un riscatto: tutto inutile, e il Papa, malato ed amareggiato, morì tre mesi dopo l’uccisione di Moro.
Infine un altro libro prezioso, “Paolo VI nella sua parola”, scritto da monsignor Macchi nel 2001: riassume la summa del pensiero montiniano rafforza il suo processo di beatificazione spiegando a fondo il disegno globale della vita e dell’opera di Paolo VI come arcivescovo e come pontefice.
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