LUVINATE – Non solo lo sport come valido strumento di integrazione, ma anche il lavoro a favore della comunità. Prosegue l’inserimento nella realtà del paese dei dieci profughi africani ospiti da qualche settimana in due strutture private di Luvinate; ieri mattina, i migranti hanno iniziato a svolgere alcuni lavoretti di pubblica utilità.
Dotati di guanti, pennello e vernice, i profughi, tutti ragazzi giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni, hanno iniziato a dipingere la nuova staccionata del parco Tinella, recentemente inaugurato dall’amministrazione comunale, seguiti sempre ovviamente dai tecnici comunali e dalla cooperativa.
«I ragazzi erano impazienti di cominciare a fare qualcosa a favore della comunità, anche per sdebitarsi dell’accoglienza ricevuta in paese» racconta il sindaco , che settimana scorsa ha firmato in Comune un vero e proprio patto di volontariato con le associazioni del paese, il quale contiene le regole per una convivenza rispettosa con i migranti.
Per completare il lavoro al parco Tinella, iniziato ieri mattina, ci vorrà ancora qualche giorno, perché la staccionata che delimita l’area
verde è molto lunga. «Un altro intervento che verrà effettuato dai migranti in un secondo momento riguarda la sistemazione delle paratie che delimitano i marciapiedi del paese che hanno bisogno di essere sistemati» annuncia il primo cittadino.
L’integrazione dei giovani africani a Luvinate insomma prosegue, anche grazie alla partita di calcio svoltasi all’oratorio un paio di settimane fa, tra i profughi e una selezione di sportivi del paese, capitanati dal giornalista di Rete 55 e di Sky . Una partita a cui hanno partecipato come spettatori anche tanti luvinatesi, per conoscere da vicino gli ospiti. In attesa della rivincita, i migranti continuano nel frattempo ad allenarsi con i ragazzi del Csi di Luvinate.
«È un’iniziativa nata spontaneamente dagli stessi calciatori del Csi che adesso si allenano con i migranti sul campo dell’oratorio» sottolinea Boriani. Lo sport e il calcio in particolare, stanno dimostrando ancora volta come, unitamente al lavoro, si possano raggiungere obiettivi importanti. «I ragazzi sono contenti e anch’io sono soddisfatto del percorso che stiamo vivendo a Luvinate – osserva il sindaco – l’integrazione all’interno di un quadro chiaro di regole da rispettare, è la strada da seguire». E Luvinate è sempre più un esempio che tutto questo è possibile.
La comunità luvinatese ha in qualche modo adottato i dieci profughi, ciascuno mettendo a disposizione qualcosa, a seconda delle proprie possibilità. «Un gruppo di mamme – spiega il primo cittadino – terrà un corso di italiano per loro in biblioteca a partire dal 28 dicembre; nel frattempo mi ha anche chiamato un’altra ragazza di Luvinate, che mi ha dato la sua disponibilità a dare una mano anche per insegnare l’italiano ai migranti».