«Preghiamo per le menzogne dette in campagna elettorale». Prima omelia dopo il voto per il sindaco, e il parroco tira le orecchie ai politici dal pulpito. Ma è «una questione interna alla comunità».
È successo domenica a Solbiate Arno: nella prima messa dopo le elezioni del 25 maggio – che hanno riconsegnato alla lista civica di centrodestra “Insieme per Solbiate” un’ampia maggioranza di consensi, permettendo al patron della Solbiatese calcio Oreste Battiston di essere eletto sindaco, succedendo così a Marco Riganti – la guida spirituale della parrocchia solbiatese, don Domenico Sirtori, entra a gamba tesa e dedica le sue omelie domenicali a Solbiate e nella frazione di Monte proprio alla recente campagna elettorale delle amministrative. Usando parole forti e nette, che suscitano scalpore in paese e riportano ad un’altra epoca, quella del “don Camillo” di Giovannino Guareschi e dell’impegno politico più o meno diretto nelle parrocchie.
Il sacerdote parla di «menzogne, dette anche da chi partecipa alla vita della parrocchia. Un brutto esempio di vivere la comunità a cui abbiamo assistito negli ultimi quattro mesi». E nel corso della preghiera dei fedeli, arriva addirittura a chiedere perdono proprio per le «menzogne» che hanno caratterizzato il periodo elettorale. Parole che, stando alle interpretazioni raccolte tra i rappresentanti della maggioranza uscita ancora una volta vincitrice alle urne, sarebbero rivolte proprio nella loro direzione. In una sorta di strana riedizione della saga di “don Camillo e Peppone”,
rivisitata e corretta, perché la lista sconfitta, pur essendo civica, era espressione dell’area di centrosinistra e appoggiata dalla sinistra solbiatese. «E pensare che per tutta la campagna – rivela uno dei componenti della lista Insieme per Solbiate – ci siamo imposti di non rispondere alle provocazioni». Eppure il diretto interessato, don Domenico Sirtori, interpellato telefonicamente, non conferma né smentisce, ma si limita a rispondere così: «È una cosa interna alla comunità cristiana». Insomma, non dovrebbe interessare chi è di fuori paese. L’ex sindaco Marco Riganti, ha sentito di questa predica un po’ particolare, ma ammette: «Non mi risulta che ci siano mai stati rapporti conflittuali tra l’amministrazione e la parrocchia». E, se in questa vicenda c’è un “don Camillo”, di certo non si sarebbe mai aspettato di poter essere dalla parte di Peppone.
© riproduzione riservata