Il Pdl apre a Cassano e Tradate Ma il Carroccio non ci sta

VARESE Il centrodestra perde voti in tutta Italia.
Ma il dato che emerge a livello provinciale è quello di una Lega Nord in ginocchio nelle piccole storiche roccaforti. Resiste solo a Tradate, territorio tra i più maroniani nella geopolitica padana. A Cassano Magnago, invece, dimostra la sua debolezza: come partito singolo, senza nemmeno una lista civica d’appoggio, non sfonda. Rimane escluso dal ballottaggio sebbene la sua percentuale non sia bassa. Ed è qui che il Pdl rilancia,

pur nelle sue difficoltà, il fatto di essere la prima forza del centrodestra. Cercando un nuovo rapporto con il Carroccio. Dove però sia il Pdl il fulcro dell’alleanza.
«Io ho sempre fatto fatica a capire le ragioni della separazione – spiega il vicecoordinatore vicario del Pdl Paolo Aliprandi, cassanese doc – ed oggi, dopo che siamo contanti, il risultato è chiaro». In poche parole, la Lega in solitaria non può fare molto. Del resto per Aliprandi la politica «è l’arte del compromesso e dell’inclusione. È pericoloso pensare che bisogna separarsi per dimostrare che si può fare meglio da soli».
Insomma, il Pdl è pronto a dialogare con il Carroccio in vista dei ballottaggi. Ma tenendo fermi due paletti: «La pari dignità innanzitutto, e i diversi pesi». In poche parole, secondo il vicecoordinatore, i due partiti possono ritrovare l’intesa, ma solo se il Carroccio inizierà a tratta l’interlocutore da pari.
«A Cassano ad esempio qualunque discorso partiva dal presupposto che solo loro potevano esprimere l’ipotetico candidato sindaco. Non ci riconoscevano la dignità di poterlo esprimere. Oggi, abbiamo visto che al ballottaggio con il centrosinistra andiamo noi e non loro. Parallelamente, a Tradate siamo concordi sul fatto che la Lega esprime una notevole forza».
Sul risultato deludende del Pdl a Tradate Aliprandi aggiunge: «Due cose non hanno funzionato. La disegregazione del centrodestra e la necessità di rinnovare la classe dirigente, che non vuole dire rottamare quella vecchia, ma mettere a disposizione nuove forze accanto a quelle esistenti».
Tornando ai rapporti esterni con i lumbard, dialogo possibile, ma solo se la Lega abbassa la cresta. Così, nel giorno dopo i risultati delle amministrative, che hanno visto la batosta per la Lega e il calo del Pdl, inizia la nuova era del centrodestra a Varese.
Aggiunge infatti la coordinatrice Lara Comi: «Noi non abbiamo mai chiuso il dialogo. Chiaramente siamo disponibili a trattare con una Lega moderata, non certo quella che invoca la secessione. Ma se al loro interno vince il modello Tosi, credo che ci troviamo di fronte a questa Lega».
Da oggi inizieranno una serie di incontri interni al Pdl provinciale per analizzare il voto. «Abbiamo avuto buoni risultati – continua Comi – come quello di Cassano Magnago, grazie anche a una lista civica connotata nel centrodestra. A Ferno lo stesso. L’aspetto fondamentale è capire l’astensionismo, perché ha colpito soprattutto la Lega, ma anche noi».
Anche il Carroccio ferito e incerottato si appresta ad analizzare il voto. «Soddisfatti non lo siamo – precisa il commissario provinciale Massimo Garavaglia – detto questo, non siamo morti. La Lega è viva e andrà avanti. A breve ci incontreremo a livello provinciale per studiare le nuove strategie».
E tra queste, a breve scadenza, è escluso l’apparentamento per i ballottaggi a Cassano Magnago e Tradate. «Non sarebbe coerente – taglia corto Garavaglia – A Tradate siamo in gioco e corriamo. A Cassano Magnago lasciamo libertà di coscienza ai nostri elettori».
La Lega maroniana ha puntato il dito sugli scandali giudiziari come causa della debacle. Ma i bossiani chiedono a tutti di prendersi le proprie responsabilità.
«I risultati non sono buoni, c’è poco da dire – dice l’ex segretario provinciale Maurilio Canton – sui motivi bisogna fare un’attenta analisi. E ognuno, nella sua realtà, deve valutare i fatti. Sicuramente ci hanno penalizzato i problemi, le indagini di quest’ultimo mese. Da prima, poi, c’era la questione della divisione interna. Ma a questo bisogna aggiungere poi le responsabilità soggettive di chi si è mosso sul territorio. Alla fine, in ultima analisi, stiamo parlando di elezioni amministrative. Quindi se i candidati che presentiamo perdono, significa che non sono riusciti a cogliere il favore della cittadinanza».
E conclude: «Non è questione di Lega maroniana e Lega bossiana. Qui è la Lega ad essere in crisi e bisogna risollevarla».

s.bartolini

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