CASTELLANZA E’ disperato Salvatore Genovese, l’uomo che lunedì scorso è scampato alle fiamme divampate sul suo camper parcheggiato in via Vittorio Veneto. L’incendio si è sviluppato da una bombola di gas utilizzata per cucinare. «Ho passato momenti terribili – racconta scosso – non mi rimane più niente, ho perso tutto». Alcuni passanti hanno chiamato i soccorsi e Genovese è stato ricoverato a Legnano con ustioni alle mani e al volto. Il destino del camper è la demolizione,
molti oggetti al suo interno sono stati bruciati e altri sono spariti. «Il camper è rimasto aperto – dichiara – non ho più trovato alcune cose come un telefonino e una scala in alluminio». «Non so come ho fatto a scampare all’incendio – dice Genovese – l’estintore non ha funzionato».
L’uomo, originario della Sicilia, si è trasferito al nord tre anni fa. Il resto della famiglia è rimasto a Palermo. «In Sicilia – afferma Genovese – facevo parte del personale sociosanitario di un ospedale, ma non sono stato riconfermato. Quando ho ricevuto la comunicazione delle Poste di essere stato assunto come postino sono venuto a Castellanza. La busta paga però non è sufficiente per pagare una casa a Palermo e una qui. Allora ho optato per il camper, prima del rogo ci vivevo da un anno e mezzo. Sono tre anni che sto cercando di farmi raggiungere dai miei familiari, ma non ci sono riuscito». Ieri, dopo essere stato dimesso dall’ospedale, è stato Genovese a tornare nella sua regione d’origine. «Ma tra dieci giorni – sono le sue parole – dovrò ricominciare a lavorare e allora senza un posto in cui vivere come farò?».
Il postino si è rivolto ai Servizi sociali di Castellanza. «Sono due anni che chiedo una casa, ma mi dicono che ci sono altre persone prima di me. Ma io come faccio? Dopo l’incendio non ho neanche più i documenti». «In questi tre anni – conclude – non ho ricevuto alcun aiuto, soprattutto da parte delle istituzioni».
«Mi sto adoperando – afferma Emanuele Abruzzo, assessore ai servizi sociali – per trovargli una sistemazione in un monolocale comunale. Si tratta di una soluzione temporanea, della durata di un anno, che gli permetterebbe di cercare, nel frattempo, una diversa abitazione. Genovese è in lista d’attesa da meno di due anni, ma bisogna aspettare che uno degli appartamenti si liberi». «Deroghe non se ne possono fare perché – precisa Abruzzo – lo stipendio del postino è normale, comunque più alto di quello di altri in graduatoria e ci sono persone che hanno fatto domanda prima di lui».
Mariagiulia Porrello
s.bartolini
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