Emozioni a spicchi anche a Natale in casa Meneghin. Il grande Dino, ex campionissimo biancorosso, ha sempre uno sguardo attento su tutto quello che succede nel mondo del basket italiano e non solo, pronto ad analizzare la realtà dalla sua autorevole prospettiva, con un’attenzione particolare anche per quanto sta combinando Varese, con quel Pozzecco in panchina che non si fa certo mancare nulla in quanto a carica, sentimento e un pizzico di sana follia.
Non andrò sui campi, però fra un panettone e l’altro ci sarà tempo e modo di guardare qualche partita in tv, discutendone in famiglia.
Un torneo molto combattuto e sicuramente divertente. Ci sono sorprese positive come Trento, conferme importanti come Reggio Emilia e Venezia, oltre ovviamente a Milano, e piccole difficoltà come quelle che sta incontrando Sassari.
Penso che sia fisiologica, perché i veri valori in campo verranno fuori da qui in poi. Quasi tutte le squadre ormai si rinnovano completamente una stagione con l’altra, per cui l’assemblaggio di ciascun gruppo richiede inevitabilmente del tempo. Ho visto finora partite brutte così come altre davvero piacevoli: ho ammirato per esempio Trento andare a cento all’ora nel recente match contro Sassari.
Che i biancorossi avrebbero incontrato qualche difficoltà all’inizio lo si sapeva. Nuovi i giocatori, nuovo il tecnico, tanti infortuni. E soprattutto questi condizionano e non poco: tutti guardano solo alle assenze in partita, ma è il lavoro in allenamento quello che conta davvero per portare a casa i risultati e se i giocatori poi in settimana vengono a mancare è dura. Però…
C’è il Poz, che con la spinta che ha dimostrato di saper infondere è capace anche di porre rimedio a queste situazioni. È giusto dargli tempo ovviamente, perché lui per primo deve fare esperienza. E soprattutto, se posso dargli un consiglio…
La sua verve è pazzesca, ma Gianmarco deve imparare a gestire le emozioni, non solo a trasmetterle. Per tanti motivi. Per la sua salute innanzitutto. Per i suoi giocatori poi, che in ogni momento di difficoltà volgeranno sempre lo sguardo verso la panchina alla ricerca di un’indicazione e di una guida sicura. E per se stesso infine, perché imparando a controllare l’emotività otterrà anche risultati migliori, che sono poi ciò su cui si costruisce la carriera di un allenatore. Pozzecco sogna un lungo avvenire da coach e io ovviamente gli auguro che di poter realizzare questo suo desiderio. Anzi, sono convinto di una cosa…
Che arriverà ad avere il carattere di Charlie Recalcati: quella capacità, cioè, di affrontare ogni situazione con la giusta pacatezza unita ovviamente alla massima determinazione. Comunque sia, il Poz è un grande personaggio, uno dei pochi che abbiamo.
Nulla di grave per fortuna, oggi i problemi al menisco si risolvono in fretta. Mi dispiace ovviamente tanto per lui, che stava risorgendo dopo una lunga assenza, ma il Gallo ha un carattere forte e so che reagirà. Fra un mese sarà di nuovo in campo.
Dobbiamo recuperare considerazione a livello internazionale e questo è un qualcosa che si può ottenere innanzitutto solo se la Nazionale azzurra torna a collocarsi a grandi livelli. Bisogna ricominciare a vincere, perché il nostro è un movimento che è ancora capace di creare campioni. E la stessa cosa devono saper fare i club nelle coppe europee, a cominciare dall’Eurolega ovviamente, dove mi auguro che Milano possa dire la sua fino alla fine.