Il presidente Fontana ricorda Sergio Ramelli: 50 anni dalla morte, per opera di Avanguardia Operaia

Il post del presidente Fontana è un chiaro invito a riflettere sul valore della libertà di espressione, sulla necessità di costruire un dialogo civile tra le persone e a non dimenticare le vittime della violenza politica (foto dalla pagina Facebook del presidente Fontana)

MILANO – Oggi, 29 aprile, si celebra il cinquantesimo anniversario della morte di Sergio Ramelli, il giovane ucciso a soli 19 anni a Milano da esponenti di Avanguardia Operaia. La tragedia, che ha segnato profondamente la storia recente del nostro Paese, ha avuto luogo il 29 aprile 1975, quando Ramelli fu aggredito brutalmente da un gruppo di militanti di estrema sinistra, colpevole solo di aver espresso critiche verso le Brigate Rosse in un tema scolastico.

A ricordare questa dolorosa ricorrenza è stato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che, tramite un post su Facebook, ha voluto rendere omaggio alla figura di Sergio Ramelli. Fontana ha sottolineato l’importanza di riconoscere Ramelli non solo come una vittima di un’ideologia violenta, ma come simbolo di ciò che può accadere quando l’odio politico prende il sopravvento in una società democratica.

Il presidente della Regione ha evidenziato come, per troppo tempo, la vicenda di Ramelli sia stata strumentalizzata, ma oggi è fondamentale ricordarlo per quello che è: una vittima innocente che ha perso la vita per il coraggio di esprimere liberamente le proprie opinioni.

Fontana ha anche ribadito un concetto fondamentale: in una democrazia, l’odio politico non ha e non deve mai avere spazio. La violenza non può mai essere la risposta al dissenso e alla diversità di pensiero. La morte di Sergio Ramelli, infatti, non è solo una ferita che la nostra società non può dimenticare, ma anche un monito per le generazioni future sul pericolo di lasciarsi sopraffare dall’intolleranza.

Il post del presidente Fontana è un chiaro invito a riflettere sul valore della libertà di espressione, sulla necessità di costruire un dialogo civile tra le persone e a non dimenticare le vittime della violenza politica. Sergio Ramelli, con il suo sacrificio, rappresenta oggi un simbolo della lotta contro l’odio e per il rispetto delle idee altrui.