Oggi è l’11 settembre. Ho letto con interesse il servizio pubblicato dal vostro giornale con intervista a Magdi Cristiano Allam. Sono assolutamente d’accordo che il pericolo oggi è maggiore di quanto lo fosse 14 anni fa. È vero che il rischio interno è aumentato e lo dimostrano gli attentati messi a segno in Europa. Tuttavia non vedo, in Italia, la proposta di reali soluzioni al problema. Mi pare che siamo circondati da tanta politica provinciale a caccia di consensi battendo sulla pancia, sulla paura dei cittadini. Affondare navi, accendere ruspe, non sono soluzioni in grado di fermare il terrorismo. Oggi è l’11 settembre, 14 anni fa il mondo è cambiato per sempre. Il mondo così come lo conoscevamo noi. Non sarebbe il caso di iniziare a fare ragionamenti seri? Ad evitare il qualunquismo? A proporre reali soluzioni che non possono non passare attraverso una reale unione europea?
(s. aff.) A chi lancia allarmi mescolando tante cose chiederemmo: il problema è l’Isis o l’Islam? Risposta: è l’Isis, cioè pazzi fanatici criminali. Da un lato abbiamo poche difese pratiche, poiché colpiscono ovunque come dimostrò proprio la clamorosa strage di New York, ma dall’altro l’obbligo morale di combatterli efficacemente. Non è l’Islam, o comunque il diverso a prescindere: molti dei migranti che l’Europa oggi teme fuggono da guerre che l’Europa stessa nel migliore dei casi tollera, e nel peggiore finanzia. I migranti non sono né terroristi, né ladri, né usurpatori: come lei dice la politica (europea) deve dare risposte realistiche e strutturali, non di facciata o di pancia, agli uni (i pazzi) e agli altri (i disperati).