Il “re” del miele di Brebbia: la sfida degli apicoltori in una stagione difficile 

Michele Mottalini, apicoltore di Brebbia, affronta una delle peggiori stagioni degli ultimi cinquant'anni a causa delle avverse condizioni climatiche e del miele sintetico cinese, che minaccia la sostenibilità del miele italiano

BREBBIA – Michele Mottalini, storico apicoltore di Brebbia e nipote di Domenico Porrini, pioniere del settore in provincia di Varese e in Italia, affronta una delle stagioni più difficili degli ultimi cinquant’anni. Le api, presenti sul nostro pianeta da milioni di anni, sono essenziali per la produzione del miele, un nettare prezioso che richiede impegno e passione. Mottalini, che gestisce un’azienda con 650 alveari e pratica il nomadismo tra Lombardia e Piemonte, ha visto la sua produzione compromessa da un inverno mite seguito da una primavera piovosa e fredda, che ha drasticamente ridotto i raccolti di tarassico, ciliegio e acacia.

Le difficoltà climatiche hanno reso necessaria la nutrizione di soccorso, un intervento solitamente riservato alla primavera e all’autunno, ma ora necessario quasi tutto l’anno. Questo intervento ha costi elevati e mette a dura prova la sostenibilità economica delle aziende apistiche. Nonostante gli slogan di sensibilizzazione come “salviamo le api”, Mottalini sottolinea che sono solo gli apicoltori a nutrire un amore genuino per questi insetti e a combattere quotidianamente per la loro sopravvivenza.

Il rapporto tra apicoltori e api è unico, basato su passione e dedizione. Gli apicoltori si considerano custodi temporanei di questi insetti straordinari e sentono il dovere di denunciare la crisi che il settore sta attraversando. Le istituzioni pubbliche hanno offerto qualche segnale di supporto, ma sono necessari interventi più sostanziali e immediati da parte della Regione e del Ministero dell’Agricoltura per evitare la chiusura di molte aziende apistiche, che comporterebbe la perdita di tradizioni, conoscenze e un patrimonio apistico inestimabile.

Il miele della provincia di Varese è un’eccellenza da preservare. La tradizione apistica locale è consolidata, con un Consorzio di tutela del miele, una DOP per il miele di acacia e un’associazione tra produttori che conta circa 400 associati. Oltre al miele di acacia, si producono miele di castagno, tiglio e millefiori. L’invito ai consumatori è di sostenere il miele varesino e italiano, preferendolo a prodotti di dubbia origine.

Un ulteriore problema per gli apicoltori italiani è rappresentato dal miele artificiale, o falso miele, prodotto in laboratorio e recentemente diffuso sul mercato europeo. Questo succedaneo del miele, sebbene presentato come alternativa, è in realtà una truffa per il consumatore e un danno per i produttori, causando un crollo dei prezzi del miele all’ingrosso e minando la sostenibilità delle produzioni genuine.