– Un appello alla Soprintendenza perché conceda al più presto l’indispensabile autorizzazione all’inizio dei lavori per il restauro dell’affresco intitolato “Madonna della Pace” che si trova all’interno della chiesa parrocchiale di Gemonio.
Mittente dell’accorata istanza è Doride Sandri, capogruppo degli alpini gemoniesi che hanno preso a cuore le sorti dell’affresco, il cui restauro non può più aspettare, pena il rischio di compromettere irrimediabilmente l’opera tormentata dalle infiltrazioni d’acqua piovana e dall’umidità.
Si tratta di un’iniziativa
delle penne nere di Gemonio all’interno del programma di commemorazione e ricordo del centenario della prima guerra mondiale. I gemoniesi storicamente affezionati all’affresco realizzato da un pittore di Gemonio, Giovan Battista Jemoli, hanno contribuito generosamente al progetto promosso dagli alpini.
«Il problema non è di tipo economico perché i soldi ci sono – spiega Sandri – a quanto sembra la pratica relativa al restauro dell’affresco non si trova più, ma senza l’autorizzazione della Soprintendenza il restauratore non può partire con i lavori». Secondo quanto hanno potuto ricostruire le penne nere gemoniesi, lo smarrimento della pratica relativa alla “Madonna della Pace” sarebbe dovuta ad una riorganizzazione degli uffici della Soprintendenza a Milano; nella confusione dei vari spostamenti e traslochi, che si sono susseguiti negli ultimi due mesi, la pratica di Gemonio potrebbe essere andata smarrita. Senza quella carta però, l’affresco risalente agli anni trenta rischia di essere danneggiato in maniera irreparabile. Le penne nere di Gemonio avevano posto l’obiettivo del 4 novembre, data quanto mai significativa per la prima guerra mondiale, per inaugurare l’opera restaurata e restituita al suo antico splendore. «Ci appelliamo alla Soprintendenza perché ci dia l’autorizzazione – prosegue il capogruppo – i soldi ci sono, il trabattello a norma anche; si riuscirebbe a inaugurare l’affresco restaurato domenica 6 novembre».
L’opera di restauro è stata affidata a Piero Lotti, il quale si è occupato anche del crocifisso della chiesa di San Pietro. Tutti gli altri permessi sono stati ottenuti, salvo appunto quello indispensabile ai Beni Artistici che continua a non arrivare. Non rimane molto tempo per salvare l’affresco dall’incuria; vero che prima del rifacimento del tetto della chiesa le infiltrazioni erano più numerose ed hanno interessato tutti i dipinti, ma pur rallentato il fenomeno continua. Restaurare l’affresco della “Madonna della Pace” è un dovere prima di tutto nei confronti dei gemoniesi che sono caduti in guerra e per tutti coloro che davanti a quell’affresco hanno pregato e pregano tuttora per i loro cari; la burocrazia non può sempre averla vinta.