– “Traghettava” clandestini oltre confine: profugo passatore arrestato dai carabinieri della stazione di Porto Ceresio. L’uomo, nigeriano di 32 anni, era da otto mesi ospite del centro di accoglienza per i rifugiati di Gallarate. Un richiedente asilo che, all’occorrenza, non disdegnava di dare una mano a chi invece in Italia non voleva restare preferendo “rifugiarsi” in Svizzera e da lì magari raggiungere la Germania o i Paesi scandinavi. Le manette sono scattate l’altro ieri: i carabinieri di Porto Ceresio hanno bloccato il passatore appena in tempo.
Con lui c’erano sei clandestini etiopi, cinque uomini e una donna, di età compresa tra i 40 e i 20 anni. I sei arrivavano da Como: sbarcati nel Sud Italia pare fossero tra il gruppo nutrito di migranti che accampato a bordo lago nel comasco aveva suscitato non poche polemiche nelle scorse settimane. I sei non volevano restare in Italia e così hanno contatto il nigeriano. Pare che a lui siano arrivati attraverso un giro di conoscenze comuni. Quando i militari hanno bloccato il gruppetto il nigeriano aveva già dotato tutti di regolati biglietti per un bus diretto oltre confine e stava praticamente mettendo i sei clandestini sull’autobus per farli partire per la Svizzera. Per il trentaduenne sono immediatamente scattate le manette: l’accusa è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Fermati, ovviamente, anche i sei fuggiaschi clandestini. L’arresto ha aperto la strada ad un’ampia quanto approfondita inchiesta: i carabinieri mirano a capire se il nigeriano abbia già fatto in altre occasioni giochetti simili. E se abbia organizzato tutto da solo o vi siano altre persone coinvolte. In sintesi gli inquirenti stanno verificando se nell’alto varesotto sia attiva una rete fatta da più soggetti attiva nel far passare clandestinamente il confine svizzero ai migranti che sbarcano sulle nostre coste e che poi vengono smistati nei vari centri d’accoglienza tra cui quelli varesini. Il territorio, del resto, si presta perfettamente ad un “giro” del genere vista la presenza di valichi minori e passaggi non sorvegliati che consentono di raggiungere la vicina Svizzera. I carabinieri stanno adesso controllando le registrazioni del sistema di videosorveglianza che monitora gli accessi, anche i più piccoli e apparentemente non controllati, alla frontiera svizzera. Si lavora per capire come il nigeriano sia stato contattato dal gruppo di migranti (da Como a Gallarate attraverso il passa parola pare cosa piuttosto bizzarra) verificando se l’uomo in realtà il passatore lo faccia di professione dietro lo status di richiedente asilo, e dietro compenso, e se abbia organizzato tutto da solo. Raggiungendo Porto Ceresio da Gallarate, dopo aver comunicato con i sei che non conosceva direttamente e aver organizzato l’appuntamento, dopo aver studiato gli orari migliori per salire sui bus scegliendo quelli a minor rischio controlli, acquistato i biglietti e pianificato il passaggio oltre confine.