Pugni al sacrestano che gli rifiuta l’elemosina: l’aggressore rintracciato dagli agenti della polizia di Stato e della polizia locale è un marnatese di 50 anni. Il fatto è accaduto poco prima delle 8 dell’altro ieri in Basilica. Il sacrestano Deodatus Nduwimana stava preparando la chiesa per la messa delle 8 quando si è ritrovato il cinquantenne sulla porta.
Il marnatese é volto noto da queste parti: è uno degli indigenti che sostano durante la giornata sulla piazza davanti alla Basilica o sul sagrato della chiesa chiedendo l’elemosina o dividendosi il cartone di vino con altre persone che bivaccano in piazza.
Secondo quanto ricostruito il cinquantenne ha chiesto al sacrestano di dargli del denaro. Una richiesta molto ferma. Alla quale il giovane avrebbe risposto con un diniego. Il sacrestano ha rifiutato l’elemosina probabilmente nella consapevolezza che il marnatese con quei soldi ci avrebbe comprato degli alcolici. Lì accanto c’è la mensa dei poveri e il giovane avrebbe invitato, qualora avesse fame, il marnatese a rivolgersi lì, dove sarebbe stato accolto come tutti gli altri bisognosi.
La reazione del cinquantenne non è stata peró quella che si aspetterebbe, ovvero di gratitudine. Di fronte a rifiuto del sacrestano ha reagito con violenza, aggredendolo e prendendolo a pugni. Un aggressione violenta: il sacrestano, infatti, ha dovuto ricorrere alle cure ospedaliere per farsi medicare.
Il fatto è avvenuto sotto gli occhi di alcuni passanti che sono intervenuti in soccorso del giovane sacrestano. Naturalmente è stato subito chiamato il 112. Il marnatese nel frattempo si è dato alla fuga, cercando di sparire. Come detto l’uomo era già stato visto bazzicare la zona in cerca di qualche spicciolo: la descrizione fornita agli agenti è stata piuttosto precisa.
Il cinquantenne è stato quindi rintracciato da poliziotti e vigili poco dopo mentre cercava di allontanarsi dalla piazza attraverso le vie del centro storico di Gallarate. «Deodato ha rifiutato la richiesta con gentilezza, con l’attenzione che abitualmente riserva alle persone – ha detto il parroco – l’accoglienza non può fare alcuna distinzione e purtroppo alcune persone che qui si presentano possono dimostrarsi aggressive. La Caritas segue tutti i casi sociali secondo percorsi definiti».