Patrono di Saragozza e di Lisbona, nella cui cattedrale riposano le spoglie, Vincenzo subì il martirio per decapitazione nel 304 ad opera del governatore di Valencia, Daciano. Curiosamente fu “adottato” come santo patrono anche da Vicenza, probabilmente per l’assonanza tra il suo nome e quello della cittadina veneta.
La biografia
Vincenzo nasce a Huesca, nella penisola iberica, da una famiglia consolare. Per gli studi fu affidato alle cure del vescovo di Saragozza, Valerio. Divenuto arcidiacono, svolse con competenza i due servizi che caratterizzano il ministero diaconale: l’amministrazione dei beni della comunità e la predicazione del Vangelo. Durante la persecuzione di Diocleziano, Vincenzo venne arrestato e portato a Valenza insieme al vescovo Valerio, dove fu torturato e rinchiuso in prigione.
Posto agli arresti domiciliari perché ritrattasse la sua fede in Cristo,
non si piegò, e fu decapitato il 22 gennaio 304. In questo giorno si celebra la sua festa liturgica. La fama del suo martirio, come scrisse sant’Agostino, si diffuse subito “fin dove si estende l’impero romano o il nome cristiano” (Sermo 276,14). Su Vincenzo martire scrissero anche Paolino da Nola, Prudenzio (nel “Peristephanon”) e Venanzio Fortunato. Del suo martirio abbiamo una redazione del III secolo, raccolta nel Pasionario hispanico.