Le mamme di Angera scoprono un nuovo illustre sostenitore della battaglia per la riapertura del punto nascita e della pediatria: il “Senatùr” . «Qui è venuto alla luce il mio figlio più piccolo, Sirio. Questo ospedale, insieme a quello di Cittiglio, è un punto di riferimento per la zona. Non può essere ridimensionato» le parole di Bossi, che ieri nel tardo pomeriggio ha fatto visita al presidio nei reparti chiusi di Angera.
Accompagnato dal fedelissimo , consigliere provinciale della Lega Nord ed ex sindaco di Cadrezzate, il “Vecchio Capo” del Carroccio si è intrattenuto una buona mezz’ora con le mamme in presidio al secondo piano dell’ospedale “Carlo Ondoli”.
Gli spiegano la situazione e gli mostrano il famoso video del “dito medio” del direttore generale , poi ad un certo punto al Senatùr viene messo in mano uno dei bambini nati ad Angera, simbolo della battaglia per tenere aperta la maternità dell’Ondoli, chiusa dal 5 dicembre scorso. Foto, applausi, sorrisi e carezze: anche Bossi conquista le mamme, e viceversa. «Me lo ricordo quando era venuto qui a trovare suo figlio appena nato» lo accoglie così
il sindaco di Angera, . Era il 12 agosto del 1995, mentre la Lega di Bossi sosteneva il governo tecnico di Lamberto Dini: «Sì, il nostro Sirietto è nato proprio qui ad Angera – l’Umberto ricorda benissimo quell’episodio – io e mia moglie ci aspettavamo una femminuccia. Quel giorno ero a fare un comizio in Trentino, quando sul palco mi avvicina Erminio Boso che mi annuncia che era nato un maschio». Eridano Sirio, il terzo figlio che Bossi ebbe dalla moglie Manuela Marrone e che oggi ha 21 anni.
«Io sono contro la chiusura degli ospedali, quelli periferici sono fondamentali, perché non possono andare tutti a farsi curare all’ospedale di Varese, che poi non regge più – sostiene Bossi – conosco bene questa zona: Angera e Cittiglio sono i due ospedali di riferimento e non possono essere ridimensionati».
L’ex leader della Lega assicura il suo «appoggio» alla battaglia delle mamme di Angera: «Ne parlerò con Roberto Maroni, e vediamo insieme di spingere per riaprire al più presto i reparti – fa sapere Bossi – Maroni è stato bravo a stanziare 500 milioni di euro per la sanità lombarda, ma la Regione vive di finanza derivata, perché è Roma che incassa i soldi delle tasse dei lombardi e poi li restituisce al territorio. Ecco perché la via giusta per risolvere questo problema è fare pressione sul ministro della salute, e Maroni lo può fare, visto che è il presidente di una Regione che versa ogni anno 55 miliardi di residuo fiscale allo Stato. Tra le poche cose buone che ha fatto, il governo Renzi con la finanziaria aveva salvato degli ospedali condannati alla chiusura. Se ci lavoriamo, la strada da seguire è quella».