Il significato di “egregio” e l’attualità

Pare facile dire “egregio”. Declassato ad aggettivo-formula di cortesia (negli indirizzi) che non si nega a nessuno, indicava (ERNOUT-MEILLET), all’origine, una pecora, la migliore, “scelta dal gregge” per essere usata come pecunia, o (PIANIGIANI) per essere sacrificata ad una divinità! Attenti però a tanta generosità: senza negarlo a nessuno potremmo rimanere senza gregge, e pure senza aggettivo. Ah, le parole!

Gianfranco Mortoni

Non pare affatto facile, dire egregio di questi tempi. Vorremmo dirlo più spesso. Un po’ ovunque. Un po’ a tutti. Ci viene impedito dal realismo e dal pudore. Dall’omaggio alla verità. Che cosa c’è di egregio in giro? Qualcosa, non troppo. Non tutto quello che ci vorrebbe.
Naturalmente la chiacchiera popolare cade subito sulla politica, che con l’ egregio mostra purtroppo scarsità di frequentazione. Egregio, cioè eccellente. Quanto d’eccellente ci ha offerto nel passato prossimo la politica? Il nulla.

Tragicamente il nulla, fatto salvo l’uso della formula “sua eccellenza” ancora in vigore per rendere forbita riverenza ad alte cariche istituzionali. La politica dovrebbe, per vocazione se non per definizione, esprimere il meglio della società, della quale si mette al servizio arruolando gli uomini migliori. C’è qualcuno in grado di affermare che in generale, e fatte salve alcune eccezioni specialmente a livello di enti locali, sia così? Ce ne sono molti in grado di affermare, per esperienza diretta, il contrario. Dunque proprio di questo abbiamo bisogno oggi: di un’uscita dall’anonimato, dall’indifferenza, dalla mediocrità. Dall’indistinto, dalla polverosità, dal grigiore.
Naturalmente gli esempi aiuterebbero. Come scriveva il Foscolo nei Sepolcri: a egregie cose il forte accendono l’urne dei forti. Cioè: l’esempio dei grandi del passato ci deve spronare a dare il meglio. Ma ci vorrebbe anche (soprattutto) l’esempio dei grandi del presente, se fosse possibile trovarli. Un miracolo? L’uomo è tendenzialmente propenso a credere nei miracoli. Crediamoci.

Max Lodi

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