«Non so più a che Santo rivolgermi». Queste le parole di Ambrogio Rossi, sindaco di Curiglia con Monteviasco. Il primo cittadino è amareggiato e avvilito. «Il paese è stato abbandonato».
Il piccolo comune, che conta 132 abitanti, a fine mese perderà uno degli ultimi luoghi di aggregazione. Si tratta del bar, tabacchi, trattoria da Marisa. I titolari dello stabile, infatti, hanno deciso di rientrare in possesso del locale e non hanno rinnovato il contratto di affitto al gestore,
la signora Marisa, che dal 1978 è considerata l’anima del paese. «Questo è l’unico luogo dove i residenti, molti dei quali anziani, possono ritrovarsi, bere un caffè, acquistare il giornale, il pane, ritirare i pacchi postali e i farmaci provenienti dalle farmacie di Dumenza e Luino». Infatti, la signora Marisa offre un servizio a 360 gradi ai residenti di Curiglia. «Il panificio ha chiuso qualche anno fa – continua il sindaco -, non abbiamo una farmacia e il postino passa a giorni alterni. Così, Marisa ogni giorno si fa arrivare il pane da Dumenza, le vengono consegnati i farmaci per i residenti che li hanno ordinati delle farmacie vicine e che sono impossibilitati ad andare a ritirarli ed è il punto di riferimento anche dei corrieri. A fine mese chiuderà e i proprietari non hanno ancora deciso il da farsi».
Rossi spiega di aver provato a trovare soluzioni alternative. «Noi abbiamo dei locali a disposizione – prosegue -, ma per metterli a norma servono circa 50 mila euro. Con i vincoli del patto di stabilità ed essendo un comune così piccolo non possiamo sostenere questa spesa e non abbiamo nemmeno accesso al credito degli istituti bancari». Il servizio di trattoria fornito dalla signora Marisa è molto conosciuto in zona. «Vengono persone da fuori per mangiare il suo capretto, il suo cinghiale e le sue pastasciutte – raccontano i residenti – Spesso, se non prenoti, non trovi posto perché offre una cucina di qualità a prezzi modici».
Ma non è tutto. La chiusura del loca della signora Marisa è solo l’ultimo tassello di una serie di servizi che sono venuti a mancare nell’ultimo periodo sul territorio. «Non abbiamo più scuole e asili, ormai da una decina di anni. Così, i bambini del posto vanno a scuola a Luino o a Dumenza – spiega Rossi – Fino allo scorso anno scolastico, ero io che tutte le mattine accompagnavo i bimbi a scuola. Quest’anno non potrò più fornire questo servizio e cercheremo di trovare le risorse per pagare un autista. Inoltre, da qualche mese, ci hanno sospeso il servizio del pullman che da qui arriva a Luino e viceversa». Un servizio probabilmente valutato in perdita, considerato il numero di residenti in paese, ma che per molti rimane fondamentale. «Qui vivono diverse persone anziane. Alcune di loro sono sole e non hanno familiari che li possono accompagnare a fare visite mediche o la spesa, visto che in paese non ci sono negozi e con la chiusura del bar-tabacchi sarà ancora peggio». Così, è sempre il sindaco Rossi a organizzare le macchinate per accompagnare i suoi cittadini anziani al mercato di Luino o nei poliambulatori. «Così non si può andare avanti. Nonostante sia ancora attivo, quest’anno compio 80 anni. Mi sono già rivolto più volte alla giunta e ai consiglieri di Villa Recalcati, ma nulla si sta muovendo. Così, ci stanno isolando».