SESTO CALENDE – «Mi viene da piangere. Viene da piangere a tutti». Con queste parole il sindaco di Sesto Calende Marco Colombo interpreta il sentimento di tutti coloro che ieri sera si sono precipitati al capezzale della chiesa più amata della città.
«Ho davanti a me il campanile che sta bruciando, vedo i vigili del fuoco che lavorano e avverto che la mia disperazione è quella di tutti i cittadini che da sempre amano San Donato»
prosegue Colombo, che ha subito messo in moto la macchina della protezione civile e che ringrazia di cuore pompieri, carabinieri e cittadinanza per quanto fatto per proteggere l’abbazia.
Un gioiello del nono secolo, un tempo convento dei monaci della Regola di San Benedetto e importante luogo di controllo dei traffici fluviali. «Sesto ha la sua cattedrale ma questa chiesa ci caratterizza da sempre, ha affreschi importanti e una storia che non è solo artistica ma anche umana». È qui che si sono sposate generazioni di sestesi, qui che si ritrovano ogni giorno per le funzioni religiose. Qui che si ritrovano in un’identità comune e forte: «Ringrazio coloro che, appena notato del fumo, hanno subito chiamato i soccorsi. È la forza della sicurezza partecipata».
Colombo ha la voce ferma ma l’emozione è forte: «Penso che già da domani tutti i sestesi faranno quadrato attorno a questa chiesa e sicuramente noi come amministrazione comunale aiuteremo la parrocchia a riportare San Donato al suo splendore iniziale». La stima dei danni, però, al momento è impossibile.
«Molte persone, se avessero potuto, sarebbero entrate con i secchi d’acqua pur di spegnere il fuoco e salvarla».
s.bartolini
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