Partecipazione, canti, contestazioni e striscioni. Non è mancato nulla a Gallarate durante le celebrazioni per il 25 aprile: dall’ampia e sentita partecipazione ai festeggiamenti organizzati dall’Anpi fino all’attacco duro e diretto al sindaco .
La pioggia ed il maltempo non hanno impedito ai gallaratesi di partecipare numerosi alla messa celebrata presso il cimitero di viale Milano ed al corteo che, accompagnato dal corpo musicale della Concordia ha attraversato il centro cittadino e raggiunto Largo Camussi. Tra loro anche giovani e giovanissimi. «Con la vostra presenza aiutate a portare avanti il ricordo di una giornata così importante» ha detto dal palco di Largo Camussi , rappresentante dell’Anpi. La “Festa della Liberazione” deve essere l’occasione, ricorda Mascella, «per fare un appello alla pace perchè, come scritto nella nostra Costituzione, l’Italia ripudia la guerra».
Quando è il turno del sindaco di salire sul palco, tra il pubblico si percepisce agitazione. E alla lettura del passaggio «per quanto mi riguarda questa celebrazione (come altre) vengono sempre più spesso strumentalizzate come fossero delle bandiere politiche sbiadite da sventolare una volta all’anno ma senza approfondire ciò che è successo e perché è successo. E questa mia opinione scaturisce anche da alcune frasi che ho letto e che ritengo vergognose: “I morti non sono tutti uguali”.
Questa è una frase vile» tra i presenti si alza un coro “Ora e sempre resistenza” accompagnati da fischi ed insulti a Cassani. A sedare gli animi interviene proprio Mascella. «La Festa della Liberazione non deve essere solo il ricordo dei morti» afferma poi l’oratore ufficiale Anpi, l’avvocato , sottolineando poi che la libertà «non è un regalo, ce ne siamo resi conto quando ce l’hanno tolta con la forza e poi con non poche sofferenze abbiamo lottato per riconquistarla».
«Quello che Sinistra Italiana ha voluto dimostrare come “i morti non sono tutti uguali” non è solo uno slogan»: con queste parole commenta la contestazione. «Abbiamo ribrezzo per un sindaco che prima ricorda le vittime della Repubblica Sociale di Salò – continua l’ex consigliere di Sel – ed oggi è qui tronfio, con la sua fascia tricolore a giudicare il 25 aprile ed i partigiani».
Per dimostrare la propria posizione hanno realizzato lo striscione “Gli eroi sono tutti giovani e ribelli” ed altri con i nomi dei partigiani gallaratesi uccisi dai fascisti. «Sono personalità che non devono restare solo nomi di vie – precisa Mazza – devono essere ricordate come antifascisti che hanno combattuto e sono morti per un ideale forte, la libertà». Posizione condivisa anche da : «Il fascismo non è in periodo storico ma un modo prevaricatorio di vedere le cose è un modo di togliere democrazia». Gli fa eco ancora Mazza: «Il fascismo non è un pericolo scampato, per questo l’antifascismo deve essere quotidiano e militante».
Tra il pubblico era presente anche l’onorevole del Partito Democratico: «Ci sono degli errori storici nell’intervento del sindaco a mio avviso – il suo commento al termine della manifestazione – Confondere chi ha fatto la guerra in quegli anni perchè “chiamato alle armi” con la Repubblica di Salò è un errore». L’esponente del Pd sottolinea come «ci sono dei morti perchè hanno combattuto per un’ideale mentre altri di oppressione».
Concorda invece con il primo cittadino quando invoca una ripresa delle idee alla base della guerra di liberazione. Per riportarle ad oggi però: «Il suo intervento mi è sembrato più una provocazione che un rilancio dei valori» conclude Senaldi.
«Vedere tra i contestatori le stesse “facce” che mi criticano su Facebook e constatare che erano solo una trentina vuol dire che, come pensavo, sono sempre i “soliti noti”» commenta il sindaco Cassani a margine delle celebrazioni.
A chi lo ha criticato definendo il suo discorso fuori luogo replica: «Penso che alcuni siano partiti prevenuti e non hanno prestato attenzione alle mie dichiarazioni – continua Cassani – Non ho citato nomi provenienti dalla destra ma di centrosinistra». Secondo Cassani è stata l’ennesima celebrazione politicizzata: «Come sindaco ho ritenuto che fosse mio diritto esprimere il mio pensiero e non penso di aver offeso nessuno».