Rimarcando l’oggettiva tendenza dell’NCD a saltellare da una parte all’altra a seconda di chi comanda, Forza Italia cerca di distrarre gli osservatori dalle proprie dinamiche. Perché ultimamente anche gli azzurri sono sembrati particolarmente attratti dall’avversario, specie in Provincia, dove il 15 ottobre verrà eletto il nuovo consiglio e dove i berlusconiani, già da tempo, vanno molto più d’accordo col Pd che con la Lega Nord. Ultimo esempio, mercoledì, in commissione bilancio. Laura Cavalotti, esponente di maggioranza assente alla riunione,
nomina un consigliere che presieda la commissione al suo posto. Stranamente, però, la scelta non ricade sul Pd Lauricella, bensì sull’esponente di Forza Italia Marco Riganti. Sintonia che i presunti oppositori ripagheranno poco dopo, al momento della votazione, optando per l’astensione e rendendo inoffensivo il pollice verso del Carroccio. Ora lo schema che va delineandosi è piuttosto chiaro. Se i rapporti tra Mullah Caianiello e Pd provinciale restassero quelli attuali, Gunnar Vincenzi potrebbe contare su un prosieguo di presidenza decisamente tranquillo, perché se anche gli equilibri di maggioranza cambiassero sulla carta, non muterebbero nella sostanza, continuando a garantirgli i numeri necessari. Resta da capire cosa possa intaccare questo astuto meccanismo, tipico dell’anima socialista che domina i forzisti. Al momento, gli elementi di disturbo sono due: da un lato, la parte del Pd che non apprezza questo genere di inciucio. Dall’altro, un eventuale terzo incomodo. Che, se approdasse a Villa Recalcati, rimetterebbe in discussione pesi, contrappesi ed equilibri.